La Darwin è fallita e la ferale notizia è stata comunicata oggi alle maestranze. Più di 200 persone perderanno il posto di lavoro. Nel mese di luglio Darwin era stata acquistata da Adria Airways, compagnia slovena proprietà del fondo d’investimento 4k.

Dallo scorso 28 novembre Darwin-Adria era in stato di grounding.

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La Redazione ha ricevuto negli scorsi giorni diversi articoli abbastanza pungenti sulle traversie di Lugano Airport. Non ne ha pubblicato nemmeno uno, per un ben preciso motivo: non bisogna indulgere alla Schadenfreude, un sentimento maligno, che dev’essere scacciato dall’anima.

Se ne potrebbero dire di cose! Ad esempio, che la pagina 5 dell’ultimo Mattino della Domenica fa ridere i polli. Interpellare solo le persone che diranno esattamente… quello che si vuole sentir dire da loro. Che giochino puerile. Il Domenicale rivoluzionario che ha cambiato (ed è vero) il volto del Ticino! Ridotto a snocciolare una serie di evidenti sciocchezze e a zittire qualsiasi voce dissenziente. Per il buon Quadri (in certi casi eroico) non era giornata.

Per tacere della pericolosità di certe posizioni di sostegno irragionevole ed estremo (non facciamo nomi). Se qualcosa andasse davvero storto (quanto ci siamo vicini?) non potrebbero trasformarsi in una trappola?

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Il comunicato OCST: “Una speculazione all’origine del fallimento Darwin!”

“Questo pomeriggio durante l’assemblea del personale, il Commissario Guido Turati ha annunciato la revoca della moratoria e il decreto di fallimento di Darwin Airline (ore 15.00). La proprietà non ha infatti liberato le risorse necessarie per avviare il processo di riorganizzazione annunciato. All’assemblea era già presente Marco Piattini dell’Ufficio esecuzioni e fallimenti.

Una situazione che lascia a dir poco sconcertati sotto qualsiasi punto di vista e lascia aperti troppi interrogativi. Come mai è stata chiesta la moratoria se non c’era alcuna volontà di immettere liquidità? Se non c’era interesse nell’azienda, perché avviare questa procedura esponendo l’azienda ad un tracollo così drammatico? Perché, malgrado le iniziali dichiarazioni e promesse di rilancio, i nuovi proprietari non hanno voluto investire in questa società?

Una posizione sconcertante che svela gli intenti speculativi di chi non aveva nessun interesse a dare continuità a questa importante azienda. Fin da subito c’erano indizi di come sarebbe andata a finire: nessuna chiarezza su quali fossero gli interessi nell’acquisto di Darwin; nessuna informazione sulle garanzie e sulle intenzioni presentate al momento dell’acquisto. Le poche comunicazioni da parte della direzione sulla situazione hanno generato solo confusione che è risultata difficile da arginare e da gestire. Tutte indicazioni che rilanciano i forti dubbi sul management e sulla proprietà.