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Oggi è stato invitato nel salotto di Ticino Live un artista ticinese presente nel panorama dell’arte europea e non solo: stiamo parlando di Sferico.

Abbiamo scelto questo artista svizzero e non si tratta di una scelta casuale. “Mi ha colpito di lui la capacità di compiere un processo di ricerca interiore e di elaborazione sino a dare origine alle sue opere come frutto ed effetto di un ponte tra l’io e la realtà. In lui mi rivedo per questa complessa iterazione, perché, come lui, come biologa elaboravo dati reali sino ad ottenere risultati inconfutabili. Entrambi non trattiamo di cronaca ma di sostanza e che si tratti di arte o scienza è sempre una ricerca di verità”.

Ticinolive   L’atelier di pittura è anche la tua abitazione, come vivi questo spazio, Sferico?
Sferico: L’atelier è un “non luogo”, spesso non mangio e non dormo per giorni, catturato dalla tensione dell’indagine artistica. Creare è una sorta di viaggio interiore e devi essere disposto a metterti in gioco e lasciare tutto.
Non distinguo l’atelier dal luogo dove vivo e vivo dentro le opere, la casa è un vecchio “bastione” del 1400 costruito dai miei avi, che mio padre architetto ha restaurato con interventi decisi come tetto piano
e tagli architettonici mentre io sono intervenuto rimodernandolo ulteriormente, inserendovi elementi di architettura organica come vasche da bagno di forme anatomiche in mosaico.
Per me la storia è importante, da piccolo avrei voluto fare archeologia, è la nostra origine e dovremmo conoscerla per essere capaci di procedere con il nuovo, andando oltre la tradizione in una visione d’indagine propositiva.

Come mai la tua casa-atelier di Campestro sembra una stiva dimbarcazione e tutto è rigorosamente bianco?

Il bianco è luce e purezza, si espande dai muri al pavimento in mosaico fino all’arredamento minimale, così le uniche protagoniste sono le opere nelle forme tondeggianti delle sculture e nei colori dei quadri che sono le vere finestre della realtà che “abito”.

Che cos’è lo Sferismo e chi è “ luomo sferico”? Tu ti ritieni tale?
Sarebbe una presunzione, ma noi tutti tendiamo a divenire uomini sferici nel senso di completarci di quella cosa meravigliosa che è il cielo e che ti riempie di gioia. L’unico autentico “uomo sferico” è il Nazareno, il Cristo completo di ogni cosa e più. Lo Sferismo è una corrente che si proietta in una rinascita dell’arte come scienza d’amore capace di smuovere lo spettatore condotto dalla visione della stessa arte.

Nelle tue produzioni artistiche noto che ritrai sopratutto la donna, mi viene spontaneo chiederti: perché?

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Il corpo femminile, rispetto a quello dell’uomo, è molto più sensibile ed emozionale e offre più spunti interpretativi, simbolici. Affronto la linea che diventa volume e la silhouette della donna è bellezza e generosità di mamma. Sviluppo le figure nella ricerca della purezza di linea e forma che diventeranno volumi consequenziali armonici, sviluppando un tema che riguarda i cardini dell’esistere, come l’altalenarsi tra giorno e notte, la forma femminile come creatrice, generatrice di vita.
Stilizzo, al contrario di Michelangelo che dettagliava la materia attraverso particolari muscolari. Io invece parto dalla massa totale, come fanno gli egizi, la sfericizzo, la rendo tonda, l’ addolcisco.

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Dettaglio del dipinto “La persistenza della vita”

Guardando i tuoi quadri si individuano delle tracce geometriche di trigonometria che ricordano il disegno architettonico. Questo dipende dal fatto che sei anche architetto?
I sei lunghi anni di architettura mi hanno fatto acquisire il senso di conoscenza dei materiali, la statica, la chimica dei colori, e una serie di nozioni importanti come la funzionalità che il progetto deve avere per l’abitabilità e benessere dell’essere umano. Nella pittura c’è un forte fattore tridimensionale, zone delimitate, e questo sistema mi serve per esprimere un messaggio o condurre lo spettatore per mano.
La mia pittura è un organico tra la realtà spaziale veicolata da più prospettive che conducono l’occhio sui personaggi simbolici, mentre i colori brillanti vengono irrorati da una luce interiore che lavora i volumi in un’orchestrazione di sogno.

La complessità della tua Pittura Filosofica appare un rebus da risolvere, esteticamente molto piacevole ma enigmatica.

Pittura Filosofica di Sferico “la Persistenza della Vita” 130x90cm. olio & ambra su tela

Oggi vogliamo tutto “precotto”, ma a lungo andare questo uccide la nostra fantasia individuale, vorrei che lo spettatore diventi parte integrante dell’opera e ci metta del suo. I livelli e le linee servono a condurre l’occhio, lo guidano anche i colori le sfumature di luce in un “sentiero visivo” da scoprire. L’occhio è il protagonista della partita che si gioca all’interno del perimetro della tela.
Nell’opera intitolata “la Persistenza della Vita” sono raffigurati i fossili che stanno a significare la preistoria antecedente alla comparsa dell’uomo. Al centro attracca una zattera con Adamo, ed Eva
ha un’assonometria prospettica che accoglie la zattera in un gioco di pieni e vuoti come se il futuro del mondo fosse stato giocato dai “due primi”.
La parte superiore dell’opera invece rappresenta la parte onirica e dell’aldilà mentre l’uomo contemporaneo è rappresentato nei piani intermedi. Le linee di forza spingono verso l’alto, che ci ricorda come l’uomo sia intrinsecamente attratto dal suo Creatore nella lotta contro il male.
Tuttavia anche se vi sono dei punti di forza e apici nei vertici, l’occhio non si ferma in un punto ma circola, osserva in un vortice e continua a guardare nella dinamica in tondo, tipico dello Sferismo.

Nei tuoi dipinti, se li guardo con la coda dell’occhio, mi pare che in qualche modo prevalga la linea, è solo una mia percezione o c’è un fondamento?

“Innamoramento” spolvero preparativo
“Innamoramento” particolare del dipinto filosofico “la Persistenza della Vita” olio e ambra su tela campitura 30×30 ca

Hai notato una cosa fondamentale. I miei dipinti nascono da un progetto di disegno e per arrivare al definitivo ci sono tantissime varianti dove cambio personaggi ingrandisco spazi, scale, prospettiva in un lavoro frenetico, amo pensare alla linea come lo “scheletro” della mia pittura.
Lo studio del colore avviene a posteriori rispetto alla linea, anche quando lo “spolvero” dell’opera sarà terminato iniziando il lavoro con il colore ad olio e ambra, sarà sempre soggetto a ripensamenti e correzioni in un percorso di ricerca molto lungo. Le figure sono nitide, disegnate e dipinte a mano libera a parte le linee rette e i cerchi.

Dipingi realtà fantastiche o fantasiose?
Sono semplicemente realtà interiori dove c’è la ricerca propositiva per un mondo migliore, la fantasia è un “mezzo di pensiero” e mi serve a non essere ancorato ai cliché.

Allora anche la tua scultura parte da un disegno iniziale?
Nasce da un impulso incosciente, l’idea che forma una statua castra l’intuizione, mi bloccherebbe le mani: ”crei se ti trovi in uno stato di apertura e sai di essere un uomo come tutti gli altri sul globo! I preconcetti hanno calpestato l’arte; ci si è limitati a un solo aspetto dell’arte quando è proprio l’arte che dovrebbe essere un’icona di completezza. Sia la scultura come la pittura per me sono un continuo sviluppo, le mie opere comportano anni di modellamento e distruzioni parziali, rifacimenti.

Che materiali adoperi nella scultura?
Utilizzo basalto, marmo, bronzo, ma la materia primordiale per fare scultura rimane l’argilla, docile alle mani, ti rende libero. Da un blocco di marmo si ricava la forma togliendo materia e non si può abbandonarsi all’improvvisazione o a un continuo cambiamento; nell’argilla sei tu che imprimi e la tieni fresca e lavorabile anche per anni. Quando poi la forma sembra avere superato tutti i punti di “brutto”, la metto in essiccazione naturale e poi la continuo a variare, calibrare, per mesi con carte vetrate e aggiunta di gesso o all’occorrenza, se serve, colpi di martello per spaccarne delle parti.
Il marmo si può scolpire solo se hai un’idea definita al millimetro del bozzetto, motivo per il quale perdo anni nel mio polveroso atelier di scultura che chiamo catacomba.

I metalli invece, a differenza delle pietre, sono come degli “schiavi delle mie mani” poiché ricalcano esattamente quello che è stato formato in argilla con la formazione degli stampi siliconici. Il metallo è anche da considerarsi un materiale libero in quanto permette di realizzare elementi sottili che si proiettano nello spazio. Infatti quando sono passato dalle fusioni in bronzo alla pietra ho dovuto rifare completamente le forme per la logica del materiale.

atelier di scultura di Sferico 2015

Quali sono i suoi soggetti in scultura?
Al centro del mio operare c’è la ricerca sull’uomo perché l’uomo è il fulcro della creazione e nell’uomo c’è tutto il necessario per rappresentare simbolicamente il resto del cosmo e del creato.

Come mette in relazione il pieno e il vuoto nelle sue creazioni?
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Nell’equilibrio tra pieno e vuoto sta la scommessa della ricerca giocata sul confine tra cielo e terra. Non un conflitto tra il pieno e il vuoto, ma un’intesa che trova la sua dimensione in un nuovo concetto di “forma liquida”. In pratica lavoro sul confine tra spazio e materia bloccando l’apice del movimento espressivo nell’immobilità apparente, cioè arrivando al “movimento immobile” dello Sferismo.

Guardando i gli intensi colori blu e rosa dei tuoi quadri mi sembra di intravvedere una nota emozionale, romantica e di sensibilità spiccata. Che cosa ti urta di più oggi?

“Venezia” olio e ambra su tavola lignea, stelle oro zecchino dettaglio campitura 19x23cm
pittura filosofica di Sferico:dettaglio dell’opera ” Il peccato originale”, 135x135cm, olio e ambra su tela.

Purtroppo sono sensibile e se non fossi romantico non sognerei un mondo migliore fatto di ideali. La cosa che mi fa più male è il disamore contemporaneo come la mancanza d’amore nei confronti di ciò che la società consumistica ritiene che non sia più utile, verso le cose vecchie e per le persone anziane che in realtà sono i detentori della memoria e della visione d’insieme della vita. Questo male dato dall’assenza d’amore è tipico della società razionale e del consumo, in Vietnam i vecchi hanno uno sguardo fiero e hanno ancora un ruolo attivo. Una società che non ama i vecchi e i malati è una società morta.

Il brutto, il dolore, sono esperienze comuni nella vita. Dal dolore alla positività, alla speranza; ma nel mezzo si può mettere la tua arte come un percorso di salvezza dal dolore?

L’arte dovrebbe essere un percorso interiore propositivo di riscatto dal male, dal brutto e dalla sofferenza, traendone il bene e il bello.

Nelle tue opere si riscontrano temi come nascita, creazione, morte e immortalità dell’anima….
Intanto bisogna tener presente che l’anima non ha spazio e tempo, per cui con questo presupposto, è lampante che l’anima non sottostà alle leggi di spazio e tempo. La morte è una porta che si apre per accedere alla realtà celeste creata da Dio in uno stadio completo. Nelle mie realizzazioni l’amore mette le ali alla materia mentre il disamore la annichilisce nel brutto.

Sferico, allestimento evento ad Arner Bank sede di Lugano, “Volo d’Aquila” 135cm. Materiale: marmo statuario del Vietnam.

Nell’opera intitolata :”il Peccato Originale” si notano inferni e paradisi, cosa rappresentano?
Per questo quadro ci ho impiegato 5 anni di travaglio, l’uomo lungo la sua esistenza fa esperienza del bene e del male, il dipinto filosofico è il ritratto delle fasi e stagioni dell’anima che viaggia lungo il tempo della vita in una continua scelta tra bene e male. Ho scritto un libro che spero possa uscire presto “Sferismo & Pittura Filosofica” dove do una scia interpretativa alla strutturale mappa simbolica scritta con indizi pittorici.

Dove nasce il concetto di dinamismo in forme statiche come pittura e scultura, Sferico?
Se nel Cubismo il movimento era esterno all’oggetto, cioè dato da più punti di vista dell’artista, nello Sferismo è intrinseco all’oggetto stesso.

Si dice che le tue sculture sono amate dai bambini, ci racconti come è avvenuto questo accostamento dei bambini alla tua arte.
Sai che soddisfazione vedere bambini che abbracciano le sculture perché morbide e piacevoli? È “la prova del nove più tangibile” che l’opera cattura l’attenzione e interagisce con chi la vede. Io sono adulto ma coltivo la fantasia come un giardino.

Che cosa ti ispira?
Mi ispirano i viaggi perché abbandono me stesso e “vado”. Incominciai a viaggiare a 14 anni in Israele anche se quella volta fu un trauma, perché arrivai e vissi i conflitti in diretta con lacrimogeni, pericolosi attentati palestinesi e scontri.

Arte e scienza, vanno a braccetto?
L’arte per me è scienza e oltre, ricerca, scoperta, e l’artista è come lo scienziato che elabora dati e arriva a soluzioni innovative.

Un giornalista ti ha chiamato “Sferico, architetto del pensiero o stilista dell’arte”, tu ti vedi in questa definizione?024
Stilista dell’arte probabilmente perché mi sottometto alla ricerca estetica dedicando per ogni figura molto lavoro progettuale al fine di trovare la forma di equilibrio e la massima espressione di bellezza. Credo che invece mi abbiano definito architetto del pensiero perché costruisco mondi fantastici ideati per fare viaggiare lo spettatore lungo un sentiero di percorsi partendo dalla propria individualità e fantasia.

Come vedi l’arte di oggi?
Oggi è cessata la sperimentazione a favore della cronaca con il ready-made e affini, l’artista prende il dato di fatto e lo ripropone senza più dover passare dalle “fatiche del fare”. Eliminata la fondamentale operazione inconscia di transfer, ci si accontenta di un pensiero razionale, ma resto fiducioso nel futuro di rinascita e rivoluzione.

Il mercato dell’arte ha responsabilità di questa decadenza di contenuti e di stili dell’arte di oggi?
Il mercato dell’arte oggi non è nemmeno da definirsi un mercato ma soltanto un mercato dirottato dal mondo della finanza. Io mi sono ribellato e non ho fatto compromessi ma pago la mia guerra.

Tuttavia sei contemporaneo o sfuggito alla macchina del tempo?
L’arte appartiene per una parte su tre al tempo, ma la parte preponderante è quella che ha origini fuori dal tempo immediato in una sorta di circolo che ci collega alla storia e preistoria e va ben oltre il tempo.
Se manca questo quid, l’arte sarà un involucro vuoto.

Installazione Banca UBS, sede di Lugano, “l’Orologio del Cosmo” 80cm. Materiale: marmo statuario in tre elementi.

Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione permessa citando la fonte.