[…] Concentriamoci su Darwin perché è un caso interessante. Da un lato abbiamo una compagnia aerea che, come il precedente Ceo Maurizio Merlo dice, è stata venduta perfettamente apposto e ci crediamo. Dalla altra parte abbiamo nuovi proprietari che dopo 3 mesi la portano al fallimento, mandano a casa 250 persone perché non hanno piu soldi e crediamo anche a loro. Poi abbiamo i sindacati col sindaco lacrimone che, quando Darwin fu ceduta erano distratti o in vacanza ed ora che la tragedia sociale si è consumata proclamano anatemi contro i tedeschi del fondo di investimento che ha acquisito Darwin asserendo che sono spregiudicati e hanno rovinato loro il Santo Natale.

Quindi: nessun commento sui piagnistei di sindacati e politici abituati a versare lacrime di coccodrillo e a sparare sull’ultimo arrivato, ma cari signori, la Darwin era a un passo dal fallimento già a maggio del 2017 e sarebbe stato un grosso guaio perché il top management era tutto Ticinese, formato da persone molto in vista nei piu disparati settori che sarebbero state macellate se avessero dichiarato grounding. La cosa migliore era passare la patata bollente a qualcuno. E quel tale lo hanno trovato nei nuovi acquirenti, avidi e spregiudicati, capaci di credere nelle favole e di fregarsene delle conseguenze. In sostanza la vecchia gestione avrà “mollato” l’osso per quattro soldi e gli Sloveni ci hanno” provato”, come si dice, ma il piano è saltato, hanno fatto i conti senza l’oste oppure il conto glielo hanno portato sbagliato, vedremo.

Ora le cose si mettono male perché molto probabilmente è bancarotta, il vecchio management si difenderà e il nuovo farà lo stesso, staremo a vedere ma ci saranno sicuramente risvolti clamorosi in questo patetico circo sovvenzionato dai contribuenti in cui furbi, arraffoni, incapaci, strilloni e spietati killer si contendono la leadership.

“Chi è senza peccato scagli la prima pietra” si legge nel Vangelo, la prima pietra è già arrivata in capo a 250 persone che saranno mandate a casa, la seconda è già in volo insieme alla terza e quarta e… alle mie critiche diventate drammatiche verità.

Diego Zanoni