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COMUNICATO DEL NUMES

La politica europea della Svizzera si trova su una lista d’attesa apparentemente interminabile, anche se non si sa bene chi aspetta che cosa e perché. È per questa ragione che il consigliere nazionale Martin Naef, copresidente del Nuovo movimento europeo svizzero (Numes), ha oggi consegnato un postulato che esige delle risposte da parte del Consiglio federale per quel che riguarda la sua strategia in materia di politica europea.

Non è possibile identificare, in Svizzera, una strategia in materia di politica europea che potrebbe indicare una prospettiva che va al di là delle recriminazioni nazionali. Questa stagnazione non è senza conseguenze: le relazioni con l’Europa sono instabili. Gli accordi bilaterali perderanno buona parte del loro valore fra qualche anno se non saranno sviluppati. Ciò significa che la cooperazione e l’accesso al mercato non saranno più garantiti in avvenire. Tocca al Consiglio federale presentare al Parlamento e al pubblico le proprie idee sul modo in cui intende difendere gli interessi della Svizzera di fronte all’Unione europea e, in questo periodo d’incertezza, concepire il contributo della Svizzera allo sviluppo dell’Europa.
“L’intero Consiglio federale deve infine farsi carico delle proprie responsabilità in materia di politica europea. Per esso è giunto il tempo di mostrare come la Svizzera intende partecipare alla cooperazione in Europa”, sostiene Martin Naef, copresidente di Numes.

Il postulato di Martin Naef chiede che il Consiglio federale prenda in considerazione i seguenti temi:
• Il Consiglio federale è invitato a presentare le proprie strategie e misure in modo che esse permettano di offrire agli imprenditori svizzeri un accesso permanente, facilitato e diretto al mercato europeo.
• Esso viene invitato a esporre il modo in cui vuole assicurare la partecipazione della Svizzera alla cooperazione europea, in particolare nei comparti della formazione, della ricerca e della sicurezza.
• Il Consiglio federale è parimenti invitato a definire i proprio obiettivi e le misure da prendere che ne conseguono per ciò che concerne il contributo che la Svizzera può e vuole offrire allo sviluppo dell’integrazione europea.

NUMES  (nella foto il presidente di Numes Ticino Jacques Ducry)
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