I 20 milioni di franchi annui stanziati dal Parlamento per la conciliazione famiglia-lavoro (nidi, doposcuola, sostegno agli invalidi e alle famiglie, consultori parità dei sessi ecc.) non sono il regalo di Babbo Natale, ma il frutto di un accordo negoziato duramente tra il consigliere di Stato socialista Bertoli/i parlamentari socialisti, la destra e le aziende in un momento finanziario di calma. Diciamolo chiaramente, sono anni che la sinistra non ottiene un simile importo per la socialità! Questi 20 milioni sono codificati dal nuovo articolo 75 della Legge assegni di famiglia, che prevede una riscossione dello 0,12% a carico delle aziende nel 2019-2020 e dello 0,15% a partire dal 2021. Se questo articolo della legge fosse abolito, le aziende risparmierebbero 20 milioni all’anno.

I 20 milioni della riforma fiscale-sociale serviranno ad aumentare dal 2019 i bassi salari nei nidi/doposcuola e a ridurre le alte rette per le famiglie, come previsto dal nuovo articolo 75 della Legge per le famiglie.

Un altro importante tassello riguarda il sostegno dei famigliari curanti di grandi invalidi, inserito all’art. 43a della legge sull’assistenza e cura a domicilio: tramite Pro Infirmis si forniranno dei supporti a questi famigliari, impegnati sette giorni su sette, in questo estenuante compito.

Un’ulteriore parte dei 20 milioni sarà destinata a sostegno delle iniziative aziendali per la conciliazione famiglia-lavoro, dei consultori donna-lavoro e della diffusione di una cultura aziendale favorevole alla conciliazione famiglia-lavoro (tra cui il marchio family friendly di Pro Familia e un nuovo centro di competenze cantonale).

Infine un quinto dei 20 milioni finanzia il nuovo assegno parentale di 3’000 fr, che viene stanziato sulla base della situazione famigliare verificata sei mesi dopo la nascita o adozione del figlio (massimale: 110’000 fr reddito annuo; 400’000 fr di sostanza) e viene versato dopo 8 mesi. L’assegno è volto ad aiutare soprattutto le famiglie monoparentali e i genitori che riducono il grado d’occupazione o prendono un congedo non pagato. Si tratta di una misura finanziariamente molto limitata per le famiglie: per questo ho depositato un’iniziativa parlamentare per portare il congedo maternità pagato in Ticino da 14 a 20 settimane.

Se cade la parte fiscale della riforma fiscale-sociale, cade l’accordo politico tra sinistra e destra che le ha dato i voti per vedere il giorno: di conseguenza la destra abolirà il nuovo articolo 75 della legge per le famiglie che stanzia i 20 milioni di franchi annui e le altre modifiche delle leggi sociali. Non esiste il “voglio il panino e il soldino”, come sostengono strumentalmente la maggioranza della direzione PS, il vicepresidente Sirica e la GISO in vista della conferenza cantonale di domenica 17 dicembre, chiamata a decidere la posizione del partito sulla riforma fiscale-sociale. I socialisti non devono vendere fumo alla gente, ma ottenere fatti concreti per la popolazione. Il Governo, il Parlamento e il Ticino non sono una bisca clandestina, dove si bara e si bluffa giocando d’azzardo. Chi lancia il referendum contro la riforma fiscale non deve illudere la cittadinanza: senza accordo sulla riforma fiscale-sociale non ci saranno più i 20 milioni annui delle aziende per migliorare la vita delle famiglie e delle lavoratrici in Ticino.

Raoul Ghisletta, granconsigliere PS