Lettera aperta

Un piccolo gruppo interpartitico lancia un referendum contro la nuova legge sui giochi d’azzardo, perché sarebbe “paternalista”, visto che pone un limite dall’accessibilità alla rete internet per chi gioca d’azzardo. Anche io non sono entusiasta della nuova legge perché non ha tenuto conto di alcune esigenze di prevenzione del gioco patologico. Ma una legge senza un limite di accessibilità alla rete internet per i giocatori d’azzardo (e solo per loro, non per chiunque, come sembrano temere i referendari) sarebbe di molto peggiore. Oggi esiste una tendenza sempre più forte che induce le persone a giocare d’azzardo in internet. E i gestori del gioco online sono tutti quanti domiciliati all’estero, nelle isole caraibiche più improbabili e a Malta. La legge svizzera prevede che i proventi del gioco d’azzardo vadano in gran parte all’AVS e a opere culturali. Compresi i proventi del gioco in internet. Ma se il gestore è domiciliato all’estero, i proventi andranno all’estero, non alle casse svizzere. Non solo: i gestori esteri del gioco d’azzardo online con capo all’estero danno scarsa attenzione alla prevenzione. Quando creeranno guai (e già ne creano, tra chi gioca illegalmente oggi), saremo noi a doverli pagare. A me pare un referendum autolesionista.

Dr med. Tazio Carlevaro, psichiatra