Gerusalemme 20 dicembre 2017.

E’ atteso un terremoto politico dopo le rivelazioni di David Asher, ex funzionario della DEA e direttore del progetto ‘Cassandra’, nelle quali ha accusato l’amministrazione Obama di intralcio alla giustizia nel non permettere alla DEA arresti per traffico di cocaina di faccendieri legati ad Hetzbollah, la milizia scita considerata organizzazione terroristica sia dagli USA che dall’Unione Europea, per non indispettire l’Iran in vista degli accordi sul nucleare iraniano.
Traffici che sarebbero serviti a finanziare l’acquisto dei missili dall’Iran e a pagarne l’addestramento all’uso da parte dei Pasdaran iraniani.

L’articolo,  ripreso anche dal Telegraph,e dal Giornale per la sua rubrica gli Occhi della Guerra e complementare a quello del sottoscritto, scritto per Ticinolive.

Questi sono solo degli esempi, basta andare su google e digitare le parole ‘Obama’ e ‘Hetzbollah’, una accanto all’altra, e la lista di testate e portali che si sono occupati della vicenda appare infinita.

Peril momento bisogna solo aspettare gli eventi per sapere se queste rivelazioni siano vere o false. Nel caso siano false ne risentiremo ancora parlare, perché non è giusto mettere all’indice un Premio Nobel per la pace con accuse di questo calibro e per di più non vere. Mentre se la notizia lentamente scemerà fino a passare dalle prime pagine al dimenticatoio, vorrà dire che il tutto, anche se vero, in toto o in parte, è stato insabbiato, anzi seppellito, sotto la lapide della Ragion di Stato o del Politicamente Corretto… o di tutti e due. Leggendo le rivelazioni di David Asher mi sono saltati agli occhi dei particolari che per me, che mi occupo di medioriente ormai da diversi anni, hanno un sapore particolare. Asher ha dichiarato che: a) il progetto Cassandra, che lui dirigeva, collaborava con i servizi segreti israeliani, b) che nell’indagine c’erano agenti infiltrati sotto copertura e, c) che una banca libanese fungeva da ‘lavanderia’ per riciclare somme da capogiro, circa 200 milioni di $ al mese, in un moto perpetuo che è andato avanti per diversi anni. Che ‘Cassandra’ avesse collaborato con gli israeliani è quantomeno verosimile visto che da anni in certi ambienti gira, fra il serio e il faceto, la battuta: “Se vuoi sapere cosa succede in Libano chiedi a Israele”. Credo che non ci siano dubbi sul fatto che i servizi israeliani abbiano agenti infiltrati in Libano, con Hetzbollah in continuo riarmo non averli sarebbe da pazzi suicidi, è altresì verosimile pensare che questi agenti sotto copertura di cui Asher parla, non fossero della DEA ma israeliani o libanesi, sul libro paga di Gerusalemme, costretti a fare gli straordinari per lo zio Sam. Poi, concludendo, sarà bastato controllare i report delle banche libanesi, di due in particolare sospettate di essere utilizzate da Hetzbollah per pagare gli armamenti che gli arrivano dall’Iran, per avere la certezza del flusso di denaro frutto del traffico di cocaina in USA e Canada che il progetto ‘Cassandra’, sempre secondo Asher, avrebbe voluto stroncare. Le mie riflessioni, da qui il titolo del pezzo, partono proprio dall’obbiettivo che aveva la DEA prima di essere fermata: cioè bloccare il traffico di tonnellate di cocaina. Lo stupefacente dei ricchi, la droga che fino a qualche anno fa costava molto e veniva spacciata da pusher in Mercedes alle feste ‘IN’ o nei locali alla moda. La droga da sniffare che assicurava lo sballo senza il fastidio dell’ago ma che una dose poteva costare quanto la paga settimanale di un operaio. Poi, da qualche anno a questa parte, la cocaina è diventata, non solo in Nord America ma anche in Europa, la droga di molti. La si trova per le strade di Parigi, Berlino, Francoforte, Milano e Roma, da pusher in bicicletta o motorino a prezzi molto più accessibili. Un paio di amici che passarono una settimana di vacanza a Ibiza, mi raccontarono che una sera avrebbero voluto acquistare un po’ di ‘erba’. Avevano desiderio di fumare qualcosa di ‘inebriante’ sulla spiaggia in compagnia di due ragazze danesi che avevano conosciuto sull’isola. Girando nei ‘punti di vendita’ per turisti non riuscirono a trovare nulla da fumare, ma la cocaina era nelle tasche di ogni spacciatore che avevano avvicinato. Questa confidenza, vecchia di un paio d’anni, mi è ritornata in mente per associazione di idee, e leggendo le dichiarazioni di Asher e mi ha fatto anche ricordare che di recente la cronaca ci ha raccontato di diversi casi di overdose da cocaina. Una volta era impensabile andare in overdose con un prodotto così costoso, come mai questo cambiamento? Più disponibilità o qualità scadente tagliata con chissà quali porcherie? A questo punto la domanda sorge spontanea: come mai il prezzo della cocaina, anche in Europa, è sceso così repentinamente? Forse, il dubbio in questi casi è sacrosanto, l’offerta è aumentata? Se l’offerta è aumentata può voler dire soltanto che c’è più ‘prodotto’ del solito da smerciare. Se, sempre per ipotesi, un quantitativo così importante, anche in questo caso si tratterebbe di tonnellate, tale da far calare il prezzo sul mercato avesse superato i confini dell’Unione Europea, da dove sarebbe passato? Si tratta chiaramente di domande ipotetiche basate solo su mie personali riflessioni solo in parte avvalorate da dati di fatto, e che sicuramente non avranno mai risposta. Una cosa è certa e cioè che la cocaina aveva in comune con l’oro e i diamanti un prezzo altissimo: oro e diamanti continuano a salire di valore, mentre la cocaina lo ha perso, un perché deve esserci per forza.

Michael Sfaradi