Orrore a Catania, dove stamattina è stato arrestato un portantino 42enne con l’accusa di omicidio volontario. L’ipotesi degli inquirenti della Procura di Catania che indagano da mesi sulla vicenda è che dei malati terminali venissero uccisi su un’ambulanza per mezzo di un’iniezione di aria endovena mentre venivano trasportati a casa dopo essere stati dimessi dall’ospedale perché prossimi alla morte. In seguito i corpi venivano venduti per 300 euro ad agenzie di onoranze funebri.

I casi sarebbero iniziati già nel 2012 ma solo pochi mesi fa un collaboratore di giustizia aveva parlato della vicenda con la Procura accusando la mafia locale di un possibile coinvolgimento nella vicenda.

Le prime dichiarazioni erano arrivate tramite un’intervista da parte del programma “Le iene” ma in seguito il pentito si era recato in Procura per fare una denuncia ufficiale dei fatti a sua conoscenza.

“La gente non moriva per mano di Dio” ha dichiarato l’uomo, bensì per “guadagnare 300 euro, invece di 30 o 50”. “Siccome era in agonia e sarebbe deceduto lo stesso, gli iniettavano dell’aria con l’agocannula nel sangue, e il malato moriva per embolia” è la scioccante confessione.

Approfittando del dolore dei famigliari, venivano offerti loro i servizi di una certa agenzia di onoranze funebri che poi provvedeva a pagare 300 euro a salma. Secondo il pentito “erano i boss a mettere gli uomini sull’ambulanza” e a guadagnarci era proprio l’organizzazione criminale.