Riceviamo e pubblichiamo pur rimanendo perplessi di fronte a probabili esagerazioni. Il nostro Cantone soffre indubbiamente di numerosi problemi; il “nazifascismo” a noi sembra uno degli ultimi.
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Ultimamente la cronaca ci ha “regalato” due aggressioni di stampo nazi-fascista a Locarno (accoltellamento del 17 novembre 2017) e a Bellinzona (alterco in stazione del 16 dicembre 2017). Il fenomeno non è purtroppo nuovo e mi hanno già visto intervenire in due occasioni al riguardo.Nell’ambito dell’interrogazione 14.16 del 27 gennaio 2016, che ho depositato in riferimento al caso di un graduato della Polizia cantonale colto nel pubblicare commenti razzisti e nazi-fascisti sui social-network, il governo ha sentenziato senza ombra di dubbio: “all’interno del Corpo di polizia non vi sono fautori del movimento nazi-fascista”! Ne prendiamo atto e ce ne rallegriamo.

Con l’interrogazione 105.17 del 12 maggio 2017 in cui chiedevo se vi fosse un incremento di realtà violente di matrice neo-nazista sul territorio cantonale, il governo rispondeva riprendendo il rapporto sulla sicurezza 2017 del Servizio attività informative della Confederazione (SIC) da cui si evinceva che gli episodi di violenza legati all’estremismo di destra sarebbero stati in diminuzione.

L’autorità è in questi casi solita parlare di banali “alterchi fra persone” e, quasi senza tenere conto del fatto che, ad esempio nel caso di Locarno, siano state sfoggiate armi bianche con incisioni di simboli nazi-fascisti e tatuaggi con una chiara connotazione violenta, si aggiunge che “l’aggressione non avrebbe motivazioni politiche”. Siamo come sempre, insomma, di fronte al famoso “caso isolato”.

Chiedo quindi:

1. Senza voler fare dell’allarmismo sembra che questi gruppi potrebbero presto diventare un problema di sicurezza e di ordine pubblico anche in Ticino. Non stiamo parlando infatti di semplici dispute verbali o tafferugli: siamo già arrivati alle aggressioni all’arma bianca e il timore è che vi siano gang che ambiscano a controllare parzialmente porzioni di territorio. Eppure come detto le autorità tendono a relativizzare di molto il fenomeno: non vi è il rischio di banalizzare così facendo il problema, quando è abbastanza evidente che gruppi di tali orientamenti eversivi si stiano organizzando anche in Ticino e non solo su internet?

2. I due ultimi casi di cronaca relativi all’accoltellamento e all’alterco a matrice nazifascista succitati sono stati segnalati dal Cantone al SIC? Se no, perché? Se sì quale è stata la reazione del SIC?

3. L’autorità è a conoscenza delle sigle indicate su questo sito https://www.antifa.ch/category/recherche/organisationen/? Si tratta di realtà monitorate anche sul territorio cantonale?

4. Non si ritiene utile potenziare le campagne di prevenzione e di sensibilizzazione nelle scuole sul fenomeno della violenza squadrista e dell’eversione neo-nazista?

5. Non si ritiene utile elaborare uno specifico percorso di recupero educativo per chi è stato coinvolto in organizzazioni estremistiche di questo genere, così come già previsto in Germania?

per il Partito Comunista

Massimiliano Ay