Considerato il principale oppositore di Vladimir Putin, Alexei Navalny, 41 anni, non ha gettato la spugna nonostante arresti, processi e aggressioni, e ha annunciato la sua candidatura per le prossime elezioni del presidente della Federazione Russa. Giornalista e blogger, Navalny dà voce a quella parte della popolazione che vorrebbe un cambiamento e non si riconosce nella Russia di Putin. Per parlare delle sue idee, Navalny ha sempre usato Twitter, Telegram e Youtube in quanto da sempre escluso dai canali di informazione nazionali. A quanto pare, il nome stesso dell’oppositore non viene mai pronunciato dall’attuale presidente.

“Siamo consapevoli che nonostante il boicottaggio dei media, tra le persone che si interessano di politica, la classe politica attiva, abbiamo già vinto. Ma in queste elezioni – se sarò ammesso a parteciparvi e avrò accesso ai mass media nazionali, la situazione può cambiare, dato che è molto instabile. Questa è la ragione principale del non farmi correre” aveva dichiarato Navalny anticipando già quello che sarebbe accaduto qualche tempo dopo.

L’oppositore di Putin quindi non si sbagliava: proprio ieri la Commissione elettorale russa ha negato ufficialmente a Navalny il permesso di candidarsi alla presidenza nel 2012 a causa di una condanna per frode e numerose altre che si sono susseguite negli anni a causa della sua attività politica. Condanne che però vengono giudicate da Navalny stesso e dagli osservatori indipendenti come un atto politico e una vera e propria persecuzione giudiziaria anziché una manifestazione della giustizia.

Solo il giorno prima durante una manifestazione nella capitale l’oppositore aveva dichiarato di aver raccolto abbastanza firme per presentarsi alle elezioni e di essere orgoglioso di rappresentare coloro che l’hanno sostenuto. Ora l’unica speranza per Navalny è che la condanna venga annullata ma le possibilità che ciò avvenga sembrano molto scarse.