Sento spesso dire che Gesù fosse palestinese. O meglio, anziché “dire” dovrei dire “scrivere”, poiché i più dimostrano la propria ignoranza preferibilmente su facebook, giacché – grazie a Dio – il diritto di parola in pubblico non è ancora così esteso, (data l’esiguità degli ascoltatori che otterrebbe) ebbene, leggo spesso i commenti provenienti da quella parte di popolazione che in genere sostiene lo IUS SOLI in virtù, soprattutto, di presunte ragioni culturali che troverebbero il loro fondamento nella notte dei tempi, come, per l’appunto, la suddetta. E, non contenti, aggiungono “quindi era arabo”.

No, carissimi sostenitori dello IUS SOLI, se anche volete strumentalizzare la religione, (come già avete fatto col mito, vedendo in Ulisse e in Enea dei profughi anziché degli eroi che tornano alla propria terra d’origine, riprendendo in mano le redini della propria casa o fondando la civiltà compiendo il proprio destino), se anche volete strumentalizzare la religione, dicevo, (come già, d’altronde, avete fatto ponendo il presepe e tutta la sacra famiglia su un barcone, dimenticando che Maria e Giuseppe anziché esser profughi si recarono a fare il proprio censimento), se anche volete strumentalizzare la religione (scusate la triplice ripetizione), dicevo, almeno fatelo dopo aver ripassato un po’ di storia. Altrimenti, non fatelo. Ci farete una figura migliore.

Ma la storia, ripassiamola assieme, suvvia.

Gesù non era arabo, ecco perché:

Gli arabi dal II al V sec d.C. sono una tribù nomade, senza una terra lor propria. Assumono un’identità con l’avvento dell’Islam nel VII secolo con l’invenzione dei Califfati. L’islam sottometterà le limitrofe comunità ebraiche e cristiane restie a farsi soggiogare, avrà infine la meglio (anche causa i preesistenti attriti in Nord Africa tra l’eresia donatista e la chiesa cattolica) e gli arabi avranno una propria terra. Assurdo pertanto mischiare l’etnia araba con quella ebrea che stava in Giudea, la quale diede i natali a Gesù.

Gesù non era Palestinese, né nacque in Palestina, ecco perché

“Palestina” è una denominazione molto tarda rispetto alla nascita di Gesù, venne infatti sancita nel 153 d.C. dall’imperatore Adriano sostituendo il precedente nome di Iudea, mentre il nome romano Aelia Capitolina sostituì quello di Gerusalemme. Il cambio di nome sancì la perdita dell’identità della Giudea, in seguito all’ennesima rivolta ebraica contro il governatorato romano. La diaspora tuttavia era già iniziata nel 70 d.C. per opera dell’imperatore Tito che, col padre Vespasiano aveva intrapreso la guerra giudaica, conclusasi poi favorevolmente per i romani. In ogni caso entrambe le datazioni sono di gran lunga successive alla vicenda terrena di Gesù.

Gesù nacque pertanto in terra ebraica sotto il protettorato romano sotto l’Imperatore Tiberio e sotto il governatore Ponzio Pilato. Nacque infatti a Betlemme ove si trovavano Maria e Giuseppe per il censimento voluto dal governo di Roma. Era un ebreo poiché nato, come vuole la legge ebraica, da una donna ebrea, Maria.

In quanto ebreo riguardo al di lui insegnamento si ebbero due poli opposti, quello di Pietro e Giacomo (ebrei convertiti al cristianesimo) e Paolo (ebreo della tribù di Beniamino ma cittadino romano), entrambe le linee furono tuttavia risolte nel Concilio di Gerusalemme.
In quanto ebreo ci furono alcune successive eresie che travisarono il Suo operato interpretandolo come una rivolta ebraica contro l’impero (quando invece aveva detto “date a Cesare quel che è di Cesare ecc..)

In quanto ebreo venne riconosciuto da quegli ebrei che si convertirono al cristianesimo come Messia.

CF