Gerusalemme 31/12/2017

Una di quelle notizie che fino ad oggi, almeno per quanto mi risulta, non ha trovato spazio sulla stampa italiana, e che sicuramente continuerà a non trovarla anche sul resto della stampa europea, l’ha raccontata ieri il Jerusalem Post  riprendendo un articolo pubblicato dalla rivista finanziaria Globes.

Gli articoli rivelano che il governo francese, per la precisione il Ministero delle Finanze, ha assunto 20 impiegati che conoscono alla perfezione la lingua ebraica per indagare sulla legittimità delle ricchezze delle famiglie francesi di religione ebraica che si stanno trasferendo in Israele.

Si tratta di un dipartimento, che doveva rimanere segreto, locato al 13 ° piano del Ministero delle Finanze in Boulevard de Bercy, sulle rive della Senna, e creato con l’unico scopo di gestire l’evasione fiscale da parte degli ebrei francesi.

Chiaramente ogni nazione ha il sacrosanto diritto di controllare i redditi dei suoi cittadini e verificare che siano state pagate tutte le imposte e le tasse che la legge prevede, ma le autorità fiscali di una nazione democratica non istituiscono dipartimenti che prendono di mira uno specifico gruppo di persone accumunato da particolari caratteristiche e la Francia, che è costituzionalmente definita come una repubblica laica e democratica, dovrebbe, anche qui il condizionale è d’obbligo, astenersi dal “segnare” le persone secondo la loro religione o gruppo etnico.

È vero che le autorità fiscali di quasi tutto il mondo stabiliscono team di specialisti per trattare settori i cui rapporti fiscali sono particolarmente difficili come ad esempio il settore immobiliare o quello dei preziosi, ma l’istituzione di un dipartimento che si occupi dei contribuenti in base alla nazionalità, religione o gruppo etnico è una pratica abietta che non può essere accettata da nessuna nazione, meno che mai da una come la Francia di oggi.

Quello che è intollerabile non è che le autorità francesi facciano controlli e sanzionino chi ha evaso il fisco, ci mancherebbe, ma il modo in cui le indagini vengono svolte. Ciò che fa veramente indignare è che basta essere di religione ebraica per essere controllato da un dipartimento speciale, questo nel 2017 è inaccettabile.

Sono molti gli ebrei francesi che stanno lasciando la loro patria e si stanno trasferendo, armi e bagagli, in Israele, si tratta di un fenomeno degli ultimi anni anche se lo Stato Ebraico esiste dal 1948. Inutile girarci intorno: questa migrazione che sta diventando di massa e sta trasformando Israele una nazione francofona, è una realtà degli ultimi anni e la ragione, o le ragioni, non si annidano nella religiosità o negli ideali politici legati al sionismo ma alla paura del nuovo antisemitismo che sta dilagando a macchia d’olio in tutto il vecchio continente.

La Francia, e anche il resto d’Europa, dovrebbe davvero chiedersi perché sta perdendo i suoi ebrei e, invece di creare dipartimenti speciali per cercare eventuali evasori fiscali, dovrebbe, dopo un approfondito esame di coscienza, valutare se davvero è stato fatto abbastanza per permettere ai cittadini francesi di religione ebraica di continuare a vivere in maniera dignitosa e alla pari dei diritti e doveri rispetto ai loro connazionali di altri fedi o appartenenti ad altri gruppi etnici.

Il fatto è di una gravità estrema ed è ancora più grave che l’istituzione di un dipartimento dedicato agli ebrei, nella comunità franco – israeliana viene chiamato la ‘Gestapo’ del fisco, sia stato istituito durante il mandato di Emmanuel Macron, l’uomo che ha battuto il fascismo della Le Pen.

Michael Sfaradi