Ticinolive non è l’avvocato di Sansonetti, non è il sostenitore di Sansonetti, non è l’ammiratore di Sansonetti. Vuole semplicemente che Sansonetti abbia la possibilità di dire la sua.

Il testo, che appare sulla sua pagina Facebook, secondo la nostra opinione un punto debole ce l’ha. Prende le mosse dal suo caso personale, non risolto, che si articola in inchieste, denunce e controdenunce. Nulla di deciso, dunque. Il movente personale è palpabile. Ma le accuse rivolte alla “onnipotente” TV di Stato sono brucianti, e potrebbero non essere infondate.

Secondo informazioni in possesso della Redazione Marco Sansonetti in data 20 dicembre 2017 ha querelato penalmente Aldo Sofia, Philippe Blanc e ignoti in relazione al celeberrimo servizio presentato nella trasmissione Falò (durante la quale venne intervistato in studio il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli).

* * *

MARCO SANSONETTI   Il 4 Marzo noi cittadini Svizzeri andremo a votare sull’iniziativa “No Billag”.

Da cittadino Svizzero io voteró “Sì” per abolire il canone radiotevisivo e che la Confederazione non sonvenzioni alcuna emittente radio-tv e metta periodicamente all’asta le concessioni.

Il mio perchè?

Perchè le FAKE NEWS (False notizie) non devono essere pagate dai poveri cittadini.

Uno dei tanti casi concreti di Fake News è il programma della RSI Falò sull’ inchiesta del 28 settembre 2017 creata ad hoc per danneggiare il sottoscritto e terze persone [la Redazione suppone che si alluda in primis al consigliere di Stato Beltraminelli]

Mi piacerebbe che RSI mostri il costo totale sostenuto per la splendida realizzazione del Servizio di Falò sul caso Argo 1, costo scenografia, costo fumettista disegnatore, costo sull’esclusiva delle dichiarazioni fake news del super testimone, costo attori teatrali, super compensi Aldo Sofia, Philippe Blanc, compensi staff audio video esterno e staff di studio,

ma soprattutto mi piacerebbe sapere come RSI è entrata in possesso di un documento riservato “sotto sequestro” nel palazzo del Ministero Pubblico e mostrato in onda durante il servizio di Falò (documento contabile che fa parte dell’inchiesta penale in corso da parte della Magistratura).

Detto questo, a dimostrazione delle reali Fake News RSI rendo pubblica una piccola parte della denuncia penale (come preannunciato nel comunicato stampa del 29 settembre 2017) depositata contro chi ha contribuito a offendere la mia persona (sempre confidando nella giustizia).

Le mie domande?

Voi cittadini paghereste ancora il canone sapendo che i nostri soldi vengono spesi per realizzare delle false notizie?

Paghereste dei giornalisti (compreso un Direttore dei corsi di giornalismo) che non rispettano le norme deontologiche professionali?

Paghereste la CORSI (Società Cooperativa per la Radiotelevisione Svizzera Italiana) che dovrebbe garantire i contenuti e la qualità dell’offerta editoriale e dei programmi nel rispetto del mandato federale?

La mia conclusione?

Informare il popolo è una cosa importante, ma è importante solo se le notizie che vengono fornite ai cittadini sono vere e appurate.
Emittenti radio televisive che vivono di fake news è meglio che chiudano e non facciano danni al popolo.

Marco Sansonetti 

* * *

La querela di Sansonetti

(estratto)

Marco Sansonetti

RACCOMANDATA

Lodevole

Ministero Pubblico

Via Pretorio 16

6901 Lugano

, 20 dicembre 2017

Querela penale nei confronti dei signori Aldo Sofia, Philippe Blanc, ignoti

Lodevole Ministero pubblico,

ho deciso di sporgere denuncia contro gli autori del servizio di Falò andato in onda giovedì 28 settembre 2017 nonché contro i testimoni rimasti anonimi.

Servizio tutt’ora online sul sito internet: 

Ho voluto attendere i termini di legge per la presentazione della denuncia nella speranza che in questi mesi ricevessi aggiornamenti sull’inchiesta penale che mi vede coinvolto come imputato.

La presente denuncia risulta tempestiva considerato il termine di tre mesi scadente il prossimo 28 dicembre 2017.

1.

Il servizio di Falò è stato realizzato per il 70% sulla mia persona, usando il mio nome e cognome, impiegando le mie fotografie, tra cui una a torso nudo, utilizzando ricostruzioni e dichiarazioni false volutamente diffamatorie. Il servizio in generale mi ha rappresentato come un delinquente, truffatore, professionalmente incapace, ma soprattutto come una persona violenta, poco equilibrata e dedita alla corruzione.

Significativo è infatti la frase usata dal signor Aldo Sofia per iniziare la puntata:

il VOLTO di Argo 1 è quello del giovane Marco Sansonetti … volto noto soprattutto alle cronache rosa è stato il quarto marito della cantante Anna Oxa … nella sua biografia due lievi condanne in Italia” (minuto 08:04 del video).

…..

Tale forma di cronaca giudiziaria pensavo esistesse solo ad altre latitudini e che in Svizzera i giornalisti rispettassero la presunzione di innocenza di una persona nonché la vita privata degli imputati.

2.

Oltre ad aver offeso ripetutamente la mia persona con accuse false, gli autori del servizio di Falò hanno a più riprese violato le proprie norme deontologiche professionali. Le direttive relative alla Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista (doc. B), non sono state rispettate nei seguenti punti:

  • Direttiva. 8.1 – Rispetto della dignità;

  • Direttiva. 3.1 – Le fonti dell’informazione;

  • Direttiva. 7.4 – Cronaca giudiziaria, presunzione di innocenza e risocializzazione;

  • Direttiva. 3.8 – Diritto di essere ascoltati in caso di gravi addebiti;

  • Direttiva. 3.4 – Illustrazioni;

  • Direttiva. 3.6 – Montaggio.

Il primo dovere del giornalista consiste nell’accertarsi della provenienza di un’informazione e nel controllarne la veridicità” direttiva 3.1.

Gli autori Aldo Sofia e Philippe Blanc non hanno verificato la veridicità delle dichiarazioni rilasciate dai testimoni. Hanno violato la presunzione d’innocenza condannandomi per i reati inesistenti, neppure rimproveratimi dal Ministero pubblico.

Hanno violato sicuramente il rispetto della dignità della mia persona, raffigurandomi come un mostro violento con dei disegni abbozzati che hanno l’unico scopo di avvalorare una ricostruzione già di per se faziosa. Hanno mostrato a tutti i telespettatori la mia foto, anche a torso nudo, cosa del tutto inopportuna ed inutile ai fini del servizio. Hanno sicuramente leso la dignità della mia persona con il servizio andato in onda.

Infine gli autori hanno usato montaggi faziosi e caricature all’unico scopo di dipingere la mia persona come violenta. Per il montaggio si fa riferimento per esempio all’associazione del “Metodo Sansonetti” all’immagine della catena sulla scrivania. Sulle illustrazioni inerenti la ricostruzione faziosa effettuata, è evidente la volontà del disegnatore di dipingere un mostro violento.

Passo quindi in rassegna le affermazioni che hanno sicuramente leso il mio onore. Si rileva comunque come tutto il servizio abbia dato un’immagine errata della mia persona.

3.

Come scritto il servizio di Falò fornisce una rappresentazione particolarmente violenta della mia persona. Di seguito riporto alcune asserzioni.

Al minuto 25:40 l’attore che rappresenta l’ex collaboratore Rainbow fa le seguenti dichiarazioni inerenti al mio operato presso la ditta di sicurezza:

Noi non abbiamo bisogno di Rambo, lo abbiamo accompagnato alla porta” e ancora “Siamo stati contattati dal signor Scheurer a febbraio 2014 a seguito di una denuncia a

….

Gli autori del servizio si sono arrogati il diritto di intraprendere un’inchiesta parallela e di promuovere accuse nei miei confronti. In realtà io non sono mai stato oggetto di un procedimento penale in relazione ad episodi di corruzione e il Ministero pubblico ha già decretato un abbandono nei confronti dei funzionari coinvolti, considerando come non vi fossero fatti di rilevanza penale.

Nonostante l’abbandono del procedimento penale legato alla corruzione, gli autori del servizio non hanno perso occasione per infangare la mia persona con false accuse, inventandosi in particolare l’esistenza di un viaggio pagato in favore dei funzionari coinvolti.

7.

A comprova delle continue falsità diffuse dal servizio di Falò in maniera consapevole mi preme pure chiarificare il fatto descritto al minuto 44.18.

Nel servizio si riportano dichiarazioni del signor Morini, con le quali asserisce come i centri per richiedenti l’asilo non avessero il numero contrattualmente convenuto di agenti a presidiarlo. Al fine di meglio avvalorare tale affermazione gli autori ripescano delle riprese dell’ottobre 2015.

In sostanza significava che il presidio rimaneva in parte scoperto. Ci sarebbe dunque una truffa ai danni dello Stato, versione dei fatti confermataci dal vice di Sansonetti per il resto proprio Falò può portare un esempio concreto. Due anni fa un equipe del nostro programma, recatasi a Peccia per circa un’ora poteva constatare l’assenza totale di entrambi gli agenti previsti. In quell’occasione era emersa anche la presenza di minorenni nel centro, situazione discutibile, la norma e il buon senso dicono che minorenni non dovrebbero stare con gli adulti”.

La versione fornita dagli autori di Falò non corrisponde, ancora una volta, alla realtà e questa volta gli stessi, soprattutto il signor Philippe Blanc, ne erano pienamente consapevoli poiché presenti quel giorno (doc. H).

L’assenza di un secondo agente di sicurezza al momento della visita del signor Blanc era riconducibile ad un infortunio di un richiedente l’asilo e alle necessità di accompagnarlo presso un medico per le prime cure. Gli autori del servizio agiscono chiaramente in mala fede.

Aggiungasi a tal proposito come a suo tempo l’autorità cantonale avesse imposto il divieto alla RSI di filmare all’interno del centro asilanti.

Il signor Philippe Blanc sapeva di affermare il falso quando nel servizio di Falò ha indicato che il centro richiedenti l’asilo fosse incustodito. L’unico scopo del servizio era unicamente quello di screditare l’operato di Argo1 e indirettamente la mia persona.

Su quest’ultimo passaggio è interessante notare come gli autori di Falò abbiano addirittura esteso i presunti reati a me imputati anche alla truffa ai danni dello Stato. Infrazione questa mai contestatami dal Ministero pubblico.

Pagine prodotte 9 – pagine estrapolate 3.