Ticinolive intende accordare agli avversari di “No Billag” tutto lo spazio possibile, affinché essi dispongano di una (modesta) sede in più per propagandare la loro idea.

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Appello dei Parlamentari della Repubblica del Canton Ticino per il mantenimento di un servizio pubblico di informazione a difesa della nostra lingua e cultura in Svizzera

(Il testo, proposto in occasione dell’ultima seduta 2017 del Gran Consiglio, è stato accantonato a causa della mancata adesione del gruppo della Lega)

Il Consiglio di Stato del Cantone Ticino, lo scorso 22 novembre 2017 si è così espresso contro l’Iniziativa No Billag: “ La votazione federale del prossimo 4 marzo sull’iniziativa popolare «No Billag», che propone l’abolizione del canone radiotelevisivo mette in discussione tali equilibri e propone l’abolizione del servizio pubblico radiotelevisivo e di conseguenza della SSR. Il Consiglio di Stato ha riaffermato il proprio impegno per il reciproco avvicinamento fra la Svizzera italiana e il resto del Paese (…) esso ha deciso di rivolgere alla popolazione ticinese l’invito a votare «no» il prossimo 4 marzo, riaffermando con la massima chiarezza possibile l’attaccamento del Cantone all’emittente pubblica”.

Il Governo ticinese all’unanimità ha espresso preoccupazione poiché il nostro Cantone si troverebbe in difficoltà qualora il servizio pubblico radioTV dovesse essere abolito. Questa iniziativa rappresenta certamente un segnale di disaffezione di una parte della cittadinanza verso l’attuale servizio di informazione. Questa iniziativa chiede però l’abolizione dello stesso servizio pubblico che priverebbe il nostro Cantone delle sue radioTV, lasciandoci senza voce nel nostro stesso Paese.

La difesa della nostra cultura e della nostra lingua ha bisogno di un servizio di informazione in lingua italiana. Quali rappresentanti dei cittadini di un Paese che crede nei principi della coesione federale e della tutela delle quattro lingue e culture nazionali, riconosciamo al servizio pubblico radiotelevisivo la funzione di vettore del federalismo. Un discorso che riguarda in prima battuta l’esistenza della RSI, ma che tocca anche le radio e le televisioni private del nostro Cantone (Teleticino, Radio3i e Radio Fiume Ticino) che hanno una concessione e fanno servizio pubblico. Per il loro tramite le minoranze sono presenti, rappresentate, hanno voce, e consolidano il modello svizzero che vede collaborare pubblico e privato in modo positivo ed equilibrato.

Non dimentichiamo infine, che oltre alla difesa della nostra cultura in Svizzera, il sistema attuale di finanziamento porta grandi benefici economici al Canton Ticino. A fronte di un contributo del 4% del canone, la Svizzera italiana riceve oltre il 20% dei proventi. Un bilancio positivo di oltre 200 milioni di franchi che alimentano l’economia regionale con oltre 1700 posti di lavoro e un indotto di oltre 40 milioni di franchi per circa 850 piccole e medie aziende ticinesi.

I sottoscritti deputati fanno quindi proprio l’invito unanime del Consiglio di Stato e invitano la popolazione a votare NO all’iniziativa No Billag il prossimo 4 marzo 2018.

Germano Mattei