Tra pochi giorni ci sarà il lancio ufficiale in Venezuela della nuova criptovaluta chiamata Petro voluta dal presidente Nicolas Maduro garantita da 5 miliardi di barili provenienti dalle immense riserve petrolifere situate ad est del paese sudamericano. Il suo valore sarà pari a quello di un barile di petrolio, ovvero a circa 59 dollari.

Annunciato con grande entusiasmo, il presidente stesso ha tenuto a precisare che la nuova criptovaluta è stata concepita per sconfiggere la tirannia del dollaro. Infatti spera con questo di realizzare transazioni finanziare per riprendere le operazioni commerciali aggirando il blocco finanziario imposto con le sanzioni USA e soprattutto di far uscire il paese imprigionato da una profonda crisi che rischia concretamente di portare alla guerra civile. L’inflazione è oggi a +2’616%. La moneta venezuelana Bolivar è diventata carta straccia svalutata dall’inflazione galoppante.

Legato al petrolio, il Petro ha un mercato potenziale di circa 270 Miliardi. 20 in più rispetto a quello del Bitcoin.

Ma i più autorevoli investitori non credono che Petro possa essere un successo. Il Venezuela, isolato dalle sanzioni internazionali per via della forte corruzione del suo regime, è un paese che non riesce più a pagare i suoi debiti in una situazione giudicata dalle agenzie di rating di default selettivo, cioè il livello più basso dopo quello di spazzatura che rappresenta l’ultimo gradino di valutazione precedente al fallimento.

Pur ottenendo il 95% del fatturato con le esportazioni di petrolio il Venezuela è un paese sul lastrico e non è certamente considerato un paese credibile.

Non è ancora chiaro oltretutto quali piattaforme di scambio siano pronte per poter operare con la nuova criptovaluta.

È difficile fidarsi di un governo che deve milioni di dollari in obbligazioni della compagnia petrolifera andate in fumo quando poi le citate riserve petrolifere sono già state date come collaterale a garanzia della valuta venezuelana e dei bond venezuelani.

Anche se funzionasse, sono purtroppo in molti che ritengono che il paese non potrà salvarsi con questa criptovaluta in quanto ha oramai imboccato la strada dell’iperinflazione portando a far precipitare sempre più il potere di acquisto dei venezuelani. Tant’è vero che l’80% della popolazione è in stato di povertà.