“No Billag”: un’iniziativa che vuole regalare la nostra Radio-TV ai grandi gruppi mediatici esteri!

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Il testo non impegna la Redazione. Ticinolive intende lasciare agli avversari del’iniziativa tutto lo spazio possibile, affinché possano approfittarne per svolgere la loro propaganda. Anche articoli e disponibilità a rilasciare interviste sono particolarmente graditi.

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Il Comitato Centrale del Partito Comunista ha deciso di prendere una netta posizione contro l’iniziativa “No Billag” in votazione il prossimo 4 marzo 2018.

Si tratta di una iniziativa truffaldina perché non riguarda – al di là di quanto voglia far credere il titolo – né la Billag, né il canone, né la RSI: questa iniziativa è volta semplicemente a smantellare il servizio pubblico radiotelevisivo e a lasciare in pasto ai privati l’intero settore dell’informazione! E’ un rischio tanto per la coesione nazionale quanto per il diritto ad un’informazione libera e plurale!

Al Partito Comunista non sfugge che occorre distinguere tra quella che è la modalità di riscossione della tassa, fino all’anno scorso delegata all’azienda Billag, e dall’altra parte quel che è il servizio svolto dalla Radiotelevisione pubblica. La prima critica al sistema di riscossione Billag riguarda la somma di più di Fr. 300.–, riscossa anche ai giovani in formazione che non vivono con i genitori. Questa tassa è iniqua perché non tiene conto di disponibilità finanziarie differenti. Piuttosto il canone radio-tv dovrebbe rientrare nelle imposte ed essere calcolato per nucleo famigliare. Tuttavia una tale ipotesi non è all’ordine del giorno di questa votazione.

Le critiche rivolte invece alla RSI sono già state sottoposte da una delegazione del nostro Partito direttamente all’attenzione del direttore Maurizio Canetta e del presidente della CORSI Luigi Pedrazzini in un incontro avvenuto a maggio. Troppo spesso l’informazione trasmessa alla RSI è superficiale e poco plurale e non rispetta adeguatamente la neutralità religiosa. Si dà molto risalto alle formazioni politiche maggioritarie, escludendo regolarmente le voci fuori dal coro malgrado la loro preparazione e le loro conoscenze specifiche. Nell’affrontare temi importanti nel nostro Cantone, che riguardano giovani e scuola, in più di un caso non sono stati coinvolti i diretti interessati. Il taglio dato ai servizi, soprattutto sulla situazione politica di paesi esteri, risente dell’influenza politica di “Reporters sans frontiers” venendo meno ad un auspicato piglio analitico e indipendente degno di un vero giornalismo. In futuro la RSI dovrà sicuramente mostrarsi più attenta nel riportare i fatti e nell’informare la popolazione nel modo più completo e attento, conscia del suo ruolo pubblico a favore di ogni espressione della cittadinanza tutelando la laicità e, a livello nazionale, come portavoce della cultura italofona.

Tuttavia l’iniziativa “No Billag” non correggerà nessuno di questi aspetti, ma potrà solo peggiorarli: se dovesse passare in votazione, infatti, la Confederazione sarà costretta a mettere all’asta le concessioni radio-TV, le quali saranno quindi appannaggio solo dei grandi oligopoli politico-mediatici, presumibilmente persino esteri. Anche la realizzazione di opere cinematografiche locali e nazionali non potrà più essere garantita.

In conclusione, il Partito Comunista è consapevole che le nostre critiche trovano un riscontro solo e soltanto all’interno di un servizio pubblico funzionante: ciò non sarebbe possibile in un contesto di radio e tv private così come configurato dal testo messo in votazione, per il quale la Confederazione non potrà mai più, né gestire né finanziare, qualsivoglia mass-media. Per quanto critici quindi sull’offerta proposta della RSI, sosteniamo convintamente il No all’iniziativa “No Billag” che metterebbe a repentaglio il posto di lavoro di oltre un migliaio di collaboratori, ma anche mezzo migliaio di posti di lavoro indiretti nell’economia privata e numerosi posti di apprendistato.

Partito Comunista