Di fronte ai 2000 sms erotici del professore di un Liceo romano alle allieve, l’Amministrazione scolastica mostri che è finita l’era dell’inamovibilità e impunità dei docenti

Il testo si riferisce a un caso di presunte molestie, di cui riferiscono i media italiani.

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dal sito www.pietroichino.it

Dell’ineffabile professor Gracceva del Liceo Tasso di Roma l’Amministrazione scolastica possiede l’ingente produzione letteraria costituita da oltre 2000 sms di argomento esplicitamente erotico inviati ad alcune allieve, dei quali egli ha pubblicamente riconosciuto la paternità.

L’Amministrazione stessa ha dunque la prova indiscutibile di una circostanza, a lui sicuramente imputabile, che lo rende radicalmente inidoneo all’insegnamento in una scuola pubblica, indipendentemente da qualsiasi possibile rilevanza penale di quei messaggi. Così stando le cose, l’articolo 55-ter del Testo Unico dell’impiego pubblico impone che l’Amministrazione apra subito il procedimento disciplinare e lo concluda entro i brevi termini previsti con la dispensa immediata dal servizio, senza aspettare l’esito del procedimento penale.

Apprendiamo invece dalla stampa che anche in questo caso l’Amministrazione ha pigramente compiuto per l’ennesima volta la consueta scelta pilatesca di sospendere cautelarmente il professore, in attesa dell’esito del procedimento penale: così che fra qualche anno, se le cose saranno andate come per lo più vanno in questi casi, quando lo scandalo sarà stato dimenticato e il nostro avrà patteggiato una pena con la condizionale, poiché il patteggiamento non costituisce ammissione di colpevolezza egli verrà reintegrato con tutti gli onori nel suo ruolo di docente.

Poiché so che cosa pensa su questo punto la ministra Valeria Fedeli, le rivolgo un appello accorato: dia subito le disposizioni necessarie affinché per la prima volta da quando (2009) l’articolo 55-ter è in vigore esso venga applicato. Questo varrebbe più di venti decreti legislativi per dare il segnale concreto che nel settore pubblico è finita l’era dell’impunità.

Senatore Pietro Ichino