19 giugno 1953, New York, carcere di massima sicurezza di Sing Sing. Due coniugi vengono condotti ammanettati, verso la sala delle condanne a morte.

Lui ha 33 anni, lei 36, sono accusati -pur senza prove certe- di essere spie sovietiche. La sentenza, decretata loro il 5 aprile di due anni prima è terribile: sedia elettrica.

Julius Rosenberg e Ethel Greenglass Rosenberg sono sposati dal 1939 quand’erano entrambi poco più che ventenni, dopo essersi conosciuti nel Partito Comunista.

Lui é laureato in ingegneria elettronica e lavora come addetto ai radar, lei è una semplice dattilografa in un’azienda navale.

Due lavori apparentemente innocui, ma non per la generale psicosi americana che vige in quel tempo: nel ’51 Ethel viene arrestata per aver ricopiato dei documenti sospetti, dettati dal marito. L’accusa é quella di aver fornito informazioni segrete sulle armi nucleari americane ai sovietici.

Proteste popolari in favore dei Rosenberg. Invano.

L’opinione pubblica si divide, tra gli intellettuali come Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir e pittori Pablo Picasso e Diego Rivera, convinti dell’innocenza della coppia, e gli americani conservatori, che riconoscono colpevoli i due coniugi.

Contro di loro, Julius e Ethel, Hanno il fattore di essere ebrei e di essere comunisti. L’epoca vigente, non perdona nessuna di queste due cose.

5 aprile 1951. Il tribunale americano condanna i Rosenberg a morte. L’ultimo bacio dei coniugi. Due anni dopo, la sentenza sarà eseguita.

É l’epoca dominata dal senatore Joseph Mc Carthy, repubblicano del Wisconsin, che aiutato dal giovane Richard Nixon, che ne dirige il Comitato senatoriale delle operazioni di governo, attua metodi inquisitori per scovare eventuali sospettati di filocomunismo.

In un mondo diviso in due, la condanna è epocale.

Da una parte, il presidente Truman a capo di un’America padrona dell’Europa e dell’Occidente, ha attuato il Patto Atlantico e mantenuto il piano Marshall con il quale ha concesso, nel ’47, ben 13 miliardi a un’Europa disastrata; dall’altra l’Unione Sovietica soggiogata a uno Stalin anziano ma non meno terribile, con la nascita del Cominform, alleanza di tutti i partiti comunisti dell’Europa orientale, ha sancito l’inconciliabilità dei due mondi.

Julius e Ethel vengono condannati alla sedia elettrica il 5 aprile 1951, e persino il fratello della donna, David Greenglass, le testimonia contro, confessando di essere anch’egli coinvolto.

Julius, viene scoperto, ha tuttavia un nome in codice “Liberal”, per comunicare con il KGB. É questa la prova che fa scattare l’accusa di spia all’uomo, che diventa definitiva.

Ethan, colpevole tuttavia solo di aver trascritto quei documenti, che non ha un nome in codice, né contatti con la Russia, viene condannata anch’ella.

Il 19 giugno 1953, la sentenza viene eseguita. I Rosenberg lasciano orfani due bambini, di 6 e 10 anni.

La disperazione della madre di Julius…
…e della madre di Ethel Rosenberg

Nel 2001, prima di morire, all’età di 92 anni, David Greenglass, fratello di Ethel confessa di aver accusato la sorella per salvare la moglie, Ruth, sospettata postuma di cospirazione. Ethel, sarebbe dunque finita sulla sedia elettrica anche per non aver fornito la lista di colpevoli, da lei forse conosciuti.

Sotto il recente governo del presidente Obama, i fratelli Michael e Robert Meeropol, figli orfani dei Rosenberg, Hanno inoltrato una petizione affinché almeno l’innocenza della loro madre venisse riconosciuta.

La condanna morte dei Rosenberg, in un clima ormai lontano dalla Seconda Guerra mondiale, rimane uno sconvolgente spaccato di come la guerra fredda, con le sue psicosi spesso imposte dall’isteria popolare, abbia falciato vittime spesso innocenti.

Chantal Fantuzzi