È da parecchi mesi che si discute dell’iniziativa No Billag, ed è diventato un tema abbastanza vivace per l’inizio di una votazione per quest’anno. Si è potuto notare un certo clima di isterismo puro, specie coloro che insistono continuamente a votare contro l’iniziativa No Billag (gran parte dei politici, dirigenti della SSR-SRG e di emittenti private che beneficano del canone, sindacati, ecc.) e a raccontarci che un’accettazione di tale iniziativa si chiuderebbe, per la RSI, baracca e burattini. Mi meraviglio, ma non di molto, che la RSI non abbia un piano B per sostenersi senza il contributo statale come se fosse un’azienda di stampo sovietico. Ovvio che se l’iniziativa passasse la RSI potrebbe, invece di minacciare l’elettorato con la chiusura apocalittica, ridimensionare un sistema elefantesco presente a Comano e a Besso e la possibilità di collaborare con le emittenti private svizzere. Dato che il motto della nostra patria è Unus pro omnibus omnes pro uno sarebbe intelligente attuarlo nell’ambito radiotelevisivo a livello federale. In Svizzera non dimentichiamo che esistono emittenti privati che non beneficiano di alcun canone (vedi per esempio Radio Eviva, Schaffhauser Fernsehen, TeleZüri, ecc.). Fatto alquanto discriminatorio è che il canone radiotelevisivo va a beneficio delle emittenti della SSR-SRG, delle emittenti private televisive finanziate con il canone che sono in tutto 13 in Svizzera (tra cui TeleTicino) e delle emittenti radiofoniche finanziate con il canone che sono in tutto 21 (tra cui anche Radio Fiume Ticino e Radio 3ii). Le altre 128 emittenti radiofoniche svizzere che sono notificate e le 173 emittenti televisive svizzere che anch’esse sono notificate alla Confederazione non hanno alcun diritto di ricevere gli introiti del canone radiotelevisivo. Cosa assai ingiusta per le emittenti private non beneficiarie del canone e quelle che ne beneficiano (vedasi www.bakom.admin.ch).

Personalmente non seguo la televisione, e la radio l’ascolto ma non le emittenti finanziate con il canone. Trovo ingiusto che questo sistema di tassazione vada a beneficio della SSR-SRG e di poche emittenti radiofoniche e televisive che non seguo. Anche se dovessi guardare in TV tele Arabia Saudita sarei comunque obbligato a pagare il canone TV, sapendo che questa tassazione non andrà mai a beneficio dell’emittente straniera. Una vera truffa al consumatore! E parlando di consumatore mi viene in mente che l’ACSI, invece di tutelare il portafoglio del consumatore e la libertà di spendere, difende un sistema monopolizzato e di stampo gauche-caviar super politicizzato. Lo “Spendere Meglio” di Matteo Cheda, difensore vero dei consumatori, si dimostra favorevole all’iniziativa (grazie all’intervista di Francesco De Maria sul portale di Ticinolive del 20.12.2017). Il Sig. Cheda ragionevolmente è del parere che questo dinosauro debba essere ridimensionato a vantaggio delle tasche dei contribuenti. Come qualsiasi azienda privata sarebbe cosa buona e giusta che le emittenti “private” foraggiate con il canone ridiventino totalmente private come nella situazione precedente del 2007. Stesso discorso per la SSR-SRG. La parola d’ordine, come è stata adottata nel 1998 per la Swisscom, è liberalizzazione. Essa porterebbe enormi benefici quali una migliore qualità del servizio, maggiore competitività con altri attori del settore ed economicizzerebbe i costi a favore dei clienti beneficiari del servizio (libera scelta di decidere con quale operatore guardare la TV ed ascoltare la radio). Tutto ciò sarebbe possibile senza minacce da parte dei contrari all’iniziativa che fomentano la fine della televisione pubblica. Esistono emittenti private straniere che per vedere i canali bisognerebbe avere un decoder e una carta Pre-Pay. Oppure ci sono emittenti svizzere, come Teleclub, che fanno pagare i propri servizi audiovisivi in base al proprio consumo personale. Paghi in base a ciò che consumi. In questo modo si garantisce la continuità di un servizio, senza alcun impiego di un vecchio sistema di riscossione del canone. Nei Paesi Bassi, in Spagna, in Ungheria e negli USA le emittenti private e pubbliche non sono più finanziate da nessun canone ma secondo il principio di un’azienda privata che cerca i capitali senza strizzare continuamente il portafoglio del cittadino.

Oltretutto una SSR-SRG che si considera neutra ed indipendente è a dir poco menzognero. Sui temi quali le elezioni di Trump o il voto sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa hanno dato ampio spazio alla critica soggettiva dei vari reporter e commentatori della TV e radio. Ormai sappiamo tutti dove tira il vento sulla SSR-SRG…di sicuro non a favore del popolo cittadino. Basta con gli isterismi nella SSR-SRG e compagnia bella (o brutta) contro No Billag che vi farete soltanto nuovi nemici. Non dimentichiamoci poi che da anni la Billag riscuote illegalmente l’IVA sul canone e ha taciuto, sapendo che ciò non era conforme. Ricordiamocelo quando andremo a votare e non solo quello!

Il popolo, entro il 4 marzo 2018, avrà il potere per una volta nella vita, se decidere di continuare a foraggiare la Billag (poi dopo il 2019 dalla Serafe) o abbandonare tale tassazione in favore della libertà di scelta e di un trattamento egualitario tra aziende private e competitive in uno Stato liberale quale è la Svizzera.

Alex Bernasconi, Brione sopra Minusio