La risposta dei repubblicani a Donald Trump è semplice ed efficace: Kennedy. Capelli rossi, occhi azzurri, Joseph Kennedy III, pronipote di John Fitzgerald Kennedy, ha tenuto lo scorso 30 gennaio il contro discorso sullo “Stato dell’Unione” mentre Trump parlava davanti al Congresso.

Il 37enne democratico del Massachusetts ha evidenziato molti punti critici emersi durante il primo anno dell’amministrazione Trump e ha accusato il tycoon di promettere agli americani una “falsa scelta”: “Questa amministrazione non sta solo minando le leggi che ci proteggono, sta minando l’idea stessa che siamo tutti degni di protezione.” E ha poi aggiunto: “I bulli possono sferrare un pugno e lasciare il segno, ma non sono mai riusciti a eguagliare la forza e lo spirito del popolo unito in difesa del suo futuro”.

Il luogo della conferenza è stato scelto con cura, Kennedy ha parlato da una scuola superiore di Fall River, una cittadina del Massachusetts fondata da immigrati, per lanciare un messaggio ben preciso: “Noi siamo per tutti”.

Non poteva quindi mancare anche un discorso sui Dreamers, figli di immigrati irregolari oggetto di discussione negli ultimi mesi a causa della decisione di Donald Trump di togliere loro diritti di cui invece avevano goduto durante l’era di Obama. A loro, la giovane promessa dei democratici parla in spagnolo: “Voi siete parte della nostra storia. lotteremo per voi e non vi abbandoneremo”.

Toni decisi ma pacati quelli del promettente Kennedy che risponde all’esigenza di una presenza fresca e vibrante nelle schiere del partito Democratico.

Joe ha studiato ingegneria gestionale all’Università di Stanford e ha poi prestato servizio civile della Repubblica Domenicana collaborando con i Corpi di Pace. Una volta tornato negli USA si è iscritto alla Harvard Law School dove ha conosciuto la sua futuro moglie Lauren Anne Birchfield con cui ora ha due figli.