La “par condicio” mi è sempre piaciuta. Chi ha ragione? Lo decida, nella sua saggezza, il lettore.

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PPD LUGANO

La violenza non serve al Ticino!

Per nostra fortuna in Svizzera viviamo in una società civile, democratica e tollerante, nella quale a tutti è concesso esprimere le proprie opinioni. È il buon senso comune che impone di non oltrepassare quei limiti universali legati alla violenza o a ogni genere di discriminazione. Purtroppo con l’ignobile vignetta apparsa sull’ultimo numero del “Mattino della domenica” questi limiti sono stati ampiamente superati! Ci siamo forse tutti abituati a un tale male andazzo? Si può tacere, e dunque acconsentire, oppure dire basta a tutta questa violenza!

Non ci sono giustificazioni possibili, anche se l’ignobile vignetta è apparsa su di un settimanale di partito che ha fatto dell’insulto gratuito e rancoroso la propria bandiera. Invitiamo pertanto il direttore Lorenzo Quadri a voler fare un passo indietro e a presentare le proprie pubbliche scuse. Ed esprimiamo la nostra umana solidarietà e il nostro sostegno convinto al nostro valido Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli e ai suoi famigliari.

E ci auguriamo di non essere gli unici a volerlo fare: che si faccia finalmente sentire anche chi per la Lega ricopre cariche istituzionali a Lugano e in Governo.

Non è così che si fa politica! Non è così che si migliorano la nostra Città e il nostro Cantone! Le critiche, anche aspre, possono servire. La violenza non serve a nulla!

A nome della Sezione PPD e GG Lugano
il presidente Angelo Petralli

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LORENZO QUADRI  “Ignobile vignetta”? “Violenza”? Uhhh, che pagüüüraaa! Qui qualcuno ha perso il senso della realtà. Oppure, più plausibilmente, si sta arrampicando sui vetri alla ricerca di diversivi per sviare l’attenzione.

Come già detto, il fotomontaggio del beltratritacarne non è truculento (e questo per volontà precisa; basta guardarlo per accorgersene). Non è neppure offensivo nei confronti di Beltraminelli e men che meno di suoi familiari (chi li ha mai tirati in ballo?). Poi, che lui non l’abbia apprezzato non mi sorprende; che se ne lamenti, mi sta benissimo. Ma tentare di montarci sopra un caso è francamente ridicolo (vabbè che Carnevale è vicino…).

La metafora del tritacarne viene usata da decenni in politica e nel giornalismo. Per indicare chi si trova esposto a polemiche e a critiche in arrivo da ogni parte, si dice che è “finito nel tritacarne”. E questa è, purtroppo per lui, l’attuale situazione del Consigliere di Stato PPD a seguito del rapporto Bertoli.

Al PPD va ricordato che il problema è il caso Argo1 e le relative responsabilità politiche. Responsabilità che stanno in casa del PPD ed anche del PLR. Non certo il fotomontaggio del beltratritacarne!

A voler mettere i puntini sulle i: io stesso sono stato oggetto di articoli offensivi pubblicati sull’organo ufficiale del PPD “Popolo e libertà”: ma evidentemente non mi sogno di pretendere scuse, e nemmeno me le aspetto. Per montare in cattedra a fare la predica agli altri bisognerebbe essere irreprensibili, e non è questo il caso del PPD. “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”: un principio che dovrebbe essere ben noto al PPD per via del “referente cristiano”; sempre che, beninteso, il famoso “referente cristiano” non sia nel frattempo stato sostituito dal “referente multikulti”.

Non vedo quindi alcun motivo per pubbliche scuse (?) (e ancora meno per scuse della Lega, che non ha alcun ruolo nel fotomontaggio del beltratritacarne). Semmai a doversi scusare con i ticinesi è chi porta la responsabilità per il caso Argo1.