Questo il primo paragrafo del messaggio 7182 con cui il Consiglio di Stato presenta il tema della revisione del sistema di previdenza professionale, ossia delle condizioni pensionistiche del Consiglio di Stato stesso. “Con il Decreto legislativo concernente le condizioni retributive e previdenziali a favore dei membri del Consiglio di Stato del 23 febbraio 2015, il Gran Consiglio ha deciso che – al più tardi entro il 31 dicembre 2016 – il sistema previdenziale dei Consiglieri di Stato deve essere riformato. In via transitoria, tramite il citato DL, il Gran Consiglio ha deciso nel frattempo per tutti i consiglieri di Stato eletti a partire dalla legislatura 2015/2019 il prelievo di un contributo previdenziale pari al 9% dell’onorario, unitamente allo Stato (cfr. complessivamente 18%). Al Governo è stato inoltre assegnato il compito – d’intesa con la Commissione gestione e finanze e con il supporto di un perito esterno – di procedere alla revisione delle condizioni generali dei propri membri. Un rapporto conclusivo con le diverse ipotesi di lavoro era atteso entro il 30 settembre 2015. Il Parlamento ha chiaramente inteso, come traspare dall’art. 1 del predetto Decreto legislativo l’obiettivo di assoggettare i membri del Consiglio di Stato alla previdenza professionale…”. In base a questa impostazione un gruppo di lavoro del parlamento sta valutando le varie opzioni con incontri regolari con il Governo.

E in una fase molto delicata del processo che dovrebbe riuscire a trovare una soluzione mediana, cosa inventa il ministro Zali? Una petizione al Tribunale amministrativo, intimamente convinto che i tribunali debbano tutelare la politica incapace di trovare le soluzioni adeguate. Come dargli torto visto le figure rimediate con la LIA, la legge sulle imprese artigianali? E chissà come andrà a finire con la tassa di collegamento e con quella di circolazione? Ma come spiega al suo gruppo parlamentare la preminenza del diritto considerando le forzature decise per il controllo sistematico dei permessi e le prossime decisioni sul primanostrismo? Come è possibile migliorare la credibilità delle istituzioni, se proprio coloro che le rappresentano utilizzano il diritto a geometria variabile e, soprattutto, pro domo sua?

Opinione Liberale