Domanda.  In settimana il Consiglio di Stato si è espresso per la seconda volta contro l’iniziativa No Billag. Nelle ultime settimane ci sono state decine di prese di posizioni analoghe, e quasi tutte le forze politiche – con l’eccezione di chi ufficialmente sostiene l’iniziativa No BIllag – si sono mobilitate in massa. Non si ha l’impressione che, se le maggioranze politiche si attivassero con la medesima determinazione e compattezza su altri temi ben più importanti per il Ticino ed i ticinesi, come i costi della salute o il mercato del lavoro, la metà dei problemi di questo Cantone sarebbe già stata risolta?

Risposta.  Considerando la natura di tale maggioranza… non credo che gradirei (in linea di massima) le decisioni da essa prese! Teniamoci dunque la maggioranza “bulgara” (dell’ufficialità, dell’establishment) in favore del Canone e speriamo che non si estenda oltre misura, a chissà quali altri disparati temi. Il clima di questa campagna è inquietante ed è per me motivo di grande fastidio. Per quanto io mi sforzi non ricordo nulla di simile (forse il voto Schwarzenbach nel lontano 1970). La possibilità di un confronto razionale sembra compromessa, i social grondano veleno. Molti cittadini credono realmente di battersi per la salvezza della Patria (‘no Billag – no Svizzera’). Molti (e parlo di persone affermate, normalmente sicure di sé, non dei soliti indifesi tapini) hanno addirittura paura di esprimersi. È una situazione deprimente e pericolosa. Su che cosa ci stiamo accapigliando? È presto detto. Il potere politico (lo Stato) preleva a forza di legge una certa somma (“canone”) da ogni famiglia per finanziare il SUO servizio d’informazione. Che è “indipendente” in quanto DIPENDE dal potere politico. Se uno desidera questo, vota No. Gli altri, cercando di non farsi beccare e camminando rasente ai muri, votano Sì.

Francesco De Maria