Tragedia a Mosca, dove un aereo di linea Saratov Airlines, Antonov AN-148, è precipitato nei minuti immediatamente successivi al decollo dall’aeroporto internazionale di Domodedovo.

Tutte le 71 persone a bordo, di cui 65 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio, hanno perso la vita. Non è ancora del tutto chiara la dinamica dell’incidente. Si sa che il velivolo era scomparso dai radar pochi momenti prima di precipitare e i testimoni del villaggio Argunovo, dove l’aereo si è schiantato, hanno riferito che era in fiamme. Le cause sono ancora da definire e attualmente si stanno vagliando diverse ipotesi, dall’errore umano al guasto tecnico.

In un primo momento alcuni media russi avevano parlato di un elicottero postale coinvolto nell’incidente ma le Poste russe hanno smentito categoricamente l’ipotesi negando l’esistenza di elicotteri nella loro flotta di Mosca. Le numerose buste delle lettere presenti sul luogo dell’incidente, provengono invece da un sacco postale che si trovava a bordo dell’Antonov.

I frammenti del velivolo e i corpi delle vittime sono “disseminati per circa un chilometro” e oltre 150 soccorritori stanno lavorando per recuperare i rottami e le salme. Una delle due scatole nere è stata recuperata, ma il ministro delle Emergenze russo Vladimir Puchkov ha dichiarato che le ricerche sono seriamente ostacolate dalla spessa coltre di neve e che potrebbero protrarsi per una settimana intera, nonostante i lavori sul posto vadano avanti per 24 ore al giorno. Per adesso infatti, soltanto due dei 71 corpi sono stati recuperati.

Le condizioni in cui si trovano i cadaveri renderà necessario un esame del DNA per riuscire ad identificarli ma quello che si sa dalle liste dei passeggeri è che quasi tutti i passeggeri provenivano dalla regione di Orenburg, dove l’aereo era diretto, al confine con il Kazakstan. La lista completa dei passeggeri deceduti è stata pubblicata sul sito del Ministero della difesa russo da cui si evince che tra le vittime c’erano due bambini e un adolescente, di 5, 12 e 17 anni.

Secondo la lista, oltre ai cittadini russi, a bordo c’erano anche tre stranieri, tra cui un cittadino svizzero di nome Klaeui Ulrich. Il portavoce del governatore regionale di Orenburg, Sergei Shermetsinsky, ha dichiarato che “l’uomo aveva in programma di partecipare all’avvio di una nuova unità produttiva dell’impianto di Orsknefteorgsintez”, una compagnia petrolifera. La notizia riguardante lo svizzero tuttavia non è ancora stata confermata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Sul giornale russo Gazeta.ru si legge che l’ipotesi di un attacco terroristico non è del tutto esclusa ma le possibili cause sono numerose, tra cui l’ennesima intensa nevicata che si è abbattuta sulla capitale russa in questi giorni. Il presidente Vladimir Putin ha immediatamente ordinato la creazione di una commissione d’inchiesta per chiarire le cause della tragedia e ha posticipato il suo viaggio a Sochi.

La compagnia non era mai stata coinvolta in un incidente di questa portata, tuttavia nell’ottobre 2015 le era stata ritirata la licenza di operare voli internazionali dopo che l’agenzia russa per l’aeronautica civile aveva appurato che su un volo era stata ammessa una persona estranea nella cabina di pilotaggio. Si trattava della figlia del direttore generale della Saratov, Igor Tretjakov che per questo motivo aveva perso il posto.

L’aereo Antonov invece non è nuovo a questo tipo di gravi incidenti: nel 2011 a bordo dello stesso velivolo hanno perso la vita 6 persone.