Corruzione e frode. Queste le accuse al premier israeliano che, secondo la polizia israeliana, dovrebbe essere processato. Bollato come “corrotto” e “mentitore”, Benjamin Netanyahu sarebbe incriminato anche per “abuso della fiducia datagli dal popolo”.

Il premier israeliano, Benjamin Netayahu, 68 anni

A decidere sarà il procuratore generale Avishai Mandelblit, e c’è chi già invoca nuove elezioni. Il premier ha però chiarito che non si dimetterà prima delle elezioni, ma, come in molti media notano, non ha cercato di contraddire le accuse documentate mosse dalla polizia.

Israele e USA. Un’alleanza pubblica.

A chiedere alla magistratura di incriminare il premier sarebbe stata dunque la polizia, che sostiene di aver trovato prove sufficienti per accusare il premier, 68 anni, di “aver accettato tangenti”. Benjamin tuttavia proclama il pugno di ferro contro le accuse, pur senza contraddirle, e si difende: “ho dedicato una vita al servizio del Paese. Queste raccomandazioni non hanno valore legale in una democrazia.”

Semplici letterine, quindi, bustarelle, comicamente parlando? Oppure appalti d’alte cariche d’ufficio?

Netanyahu è accusato di aver ricevuto da facoltosi uomini d’affari, regali per un totale di circa 230mila euro, in nove anni, dal 2007 al 2016. In cambio, il premier avrebbe tentato di varare una legge fiscale che avrebbe vantaggiato uno degli stessi uomini d’affari, l’australiano Arnon Milchan, che avrebbe chiesto a Netanyahu un trattamento fiscale speciale per la propria azienda e un visto per rientrare negli Stati Uniti.

Un altro accordo sospettoso sarebbe stato stipulato, secondo la polizia, dal Netanyahu con il direttore del giornale Yediot Aharonot, Arnon Moses, per essere favorevolmente coperto in chiave mediatica.

Quindici le indagini in cui sarebbe stato coinvolto Netanyahu negli ultimi anni “un accanimento mediatico” sostiene il premier,  conscio che questa indagine non sarebbe la prima.