Emilio Cinquini è un maestro carrista che negli ultimi trenta anni ha gareggiato in tutte le categorie vincendo in prima ed in seconda categoria al Carnevale di Viareggio. E’ stato il realizzatore di una scultura di cartapesta dal titolo “Ambrosia” per un progetto per l’Expo dell’Integrazione durante EXPO2015 a Milano e presentata con successo durante gli eventi di Expoincittà ed è l’attuale Direttore Artistico del Carnevale Estivo di Marina di Pisa, oltre che collaboratore di molti altri Carnevali italiani e in manifestazioni in tutta la Toscana ed a titolo di curiosità, addirittura un suo mascherone con le fattezze della testa del Papa è stato donato a Papa Francesco stesso.

Lo incontriamo durante la sfilata del Carnevale di Viareggio dove quest’anno ha partecipato alle Mascherate di gruppo, realizzando “A che ora è la fine del mondo?” nata da alcune riflessioni all’indomani delle dichiarazioni di Trump sugli arsenali nucleari ameericani quando gli scienziati avevano manifestato la loro preoccupazione. “A che ora è la fine del mondo” è una mascherata che parla di “Apocalisse” attraverso il Doomsday clock, ovvero l’orologio dell’apocalissee stesso.

Criszina Chiochia  Grazie per averci accordato questo tempo. Essendo un protagonista del Carnevale da molti anni, com’era quando ha iniziato?

Emilio Cinquini  Qui a Viareggio, quando ho iniziato io, nel 1982, il Carnevale era fatto con carrette di ferro con strutture di legno legate con il fil di ferro e tanta cartapesta, poche maschere a bordo che si divertivano con poco.

Secondo Lei l’idea di un carnevale “di tradizione” tipicamente italiano ha ancora un senso?

Il carnevale è una tradizione italiana. Tradizione sia “tipica” che sentita molto diffusa su tutto il territorio nazionale. Io per esempio collaboro e conosco molti Carnevali sparsi per la penisola italiana: da Nord a Sud, da quello di Domodossala, Vercelli, Cantù , Arco di Trento a quello di Acireale molto sentita momento è un momento di aggregazione importante e molte persone che ci lavorano e per questo si dovrebbero investire molte più risorse.

Il Carnevale “viareggino” cosa significa per Lei?

Personalmente sono 32 anni di vita dedicata al Carnevale. Provengo da una famiglia “d’arte”: i miei zii, mio padre, una vita intera dedicata al Carnevale, insomma.

Quando secondo Lei si sfila con i carri per vincere e quando per divertirsi?

Sicuramente al giorno d’oggi il divertimento nella sfilata dei carri sta svanendo. Si sfila perchè è uno spettacolo, si sfila perche’ c’è una gara , si sfila per la competizione , ma indubbiamente si cerca di far divertire il pubblico, quello si.

Concludendo, il Carnevale di Viareggio a chi appartiene? Ai carristi, al pubblico o alle maschere dei carri?

Domanda difficile. In questo momento mi sentirei di dire non ai carristi né alle maschere sui carri, che sono dei figuranti. Appartiene sicuramente al suo pubblico ed a chi lo organizza ed a chi lo gestisce, alla città non saprei.