Secondo Washington è stato organizzato dalla Russia il cyber-attacco avvenuto nel giugno 2017 con un ransomware chiamato NotPetya che ha preso come bersaglio i sistemi informatici di organizzazioni governative, finanziarie e alcune aziende in Europa, Asia e Stati Uniti.
Questo virus è un tipo di malware che limita l’accesso del computer che viene infettato, impedendo l’accesso ai file e documenti custoditi nella sua memoria minacciando di distruggerli nel caso in cui la vittima non acconsentisse di pagare un riscatto in Bitcoin.
Si sostiene che il più distruttivo e costoso attacco cibernetico della storia sia stato avviato dalle forze armate russe con l’intento prima di destabilizzare l’Ucraina e poi di diffonderlo nel mondo.
L’amministrazione Trump sostiene che questo attacco informatico, che ha causato miliardi di dollari di danni, è una chiara dimostrazione della partecipazione della Russia al conflitto, fatto che non resterà senza conseguenze internazionali.
Secondo gli esperti americani Mosca continua a sostenere le milizie separatiste in Ucraina, teatro di conflitto fin dalla crisi della Crimea a seguito del referendum sulla sua autodeterminazione.
Dopo aver contagiato oltre 2’000 aziende ucraine, queste a loro volta sono diventate i vettori della diffusione del virus nel resto del mondo colpendo oltre 200 mila computer tra cui anche quelli di aziende importanti come la danese MAERSK, leader nel trasporto navale, e la TNT, esperta nella logistica.
È stato riferito dal quotidiano Washington Post di un rapporto segreto della CIA che dimostra come il virus sia opera del GRU, il servizio segreto militare russo, ma la stessa Agenzia ha rifiutato di commentare questa notizia.
Anche il ministero degli esteri britannico ha ufficialmente assegnato alla Russia la responsabilità di questo attacco informatico senza però fornire prove. In Gran Bretagna decine di organizzazioni hanno sofferto a causa di questo virus, compresi i servizi postali, nonché società pubblicitarie, legali, logistiche e finanziarie.
Robert Hannigan, capo dell’intelligence britannica, ha dichiarato come la crescente aggressione della Russia con l’utilizzo del cyberspazio sia un modello ibrido di azione più audace e irruente che sposa mezzi militari tradizionali con strumenti informatici per raggiungere il suo obiettivo di dominio regionale.
Ma il Cremlino rifiuta categoricamente tali accuse ritenendole infondate. Non di poco conto in un clima internazionale che vede i rapporti tra Mosca e diverse capitali mondiali sempre più avvolto da una coltre di sospetti. Il portavoce Dimitry Peskov in una conferenza stampa ha dichiarato: “questo, altro non è che il proseguimento di una campagna russo fobica che non è basata assolutamente su nessuna prova”.
Il vero scopo del virus non era il riscatto, come si è visto dai soldi necessari a sbloccare i computer, il virus ha cancellato definitivamente milioni di dati.