USA. Dopo la strage – l’ennesima per libera detenzione di armi – di un giovane folle e armato, Nicholas Cruz, che ha aperto il fuoco con un AR-15 su 50 studenti e insegnanti, uccidendone 17, in un liceo a Parkland, in Florida, la polemica contro la vendita libera delle armi per uso personale è esplosa in tutta l’America.

Due gruppi che si battono per restringere le facoltà di acquistare armi per privati hanno speso ben 230mila dollari pur di comprare due pagine sul New York Times e elencare i 100 membri del Congresso che avrebbero accettato cospicue donazioni dalla lobby americana delle armi. la National Rifle Association. Decisione che ha tuttavia suscitato polemiche, poiché la National Rifle Association non conta nessun stragista tra le sue file, essendo, al contrario, “solo” una associazione di cittadini proprietari di armi.

Centinaia di giovani delle High School si sono, nei giorni addietro, radunati davanti alla Casa Bianca, per protestare contro il vigente commercio di armi. “Vogliamo essere sicuri nella vita di tutti i giorni, non aver paura di andare a scuola.” Alcuni di essi si sono stesi davanti all’edificio presidenziale per 13 minuti, il tempo che ha impiegato il criminale Cruz a falciare 17 giovani vite.

Una madre di una delle vittime della strage in Florida ha implorato, tra le lacrime, il presidente Trump di “fare qualcosa.”

“Come studenti dovremmo preoccuparci di un brutto voto, non di essere uccisi in un giorno qualsiasi, nella nostra scuola. ” ha eloquentemente detto un liceale.

La protesta più violenta è arrivata da una sopravvissuta alla strage, Emma Gonzalez, che davanti al tribunale di Fort Lauderdale, ha urlato ai microfoni “dovete vergognarvi. Sappiate che il Presidente riceve dalla National Rifle Association ben 30 milioni di dollari annui.”

Trump avrebbe tuttavia parlato “poco delle armi, concentrandosi invece sulla salute mentale del killer”. Un altro attacco armato era partito da un altro folle, il 1° ottobre scorso, a Las Vegas, uccidendo 58 persone ad un concerto.