Carlo Curti scrive al direttore
Riceviamo e pubblichiamo, senza esprimere un’opinione precisa, poiché non abbiamo approfondito la questione.
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Caro Direttore,

provo con queste poche righe a stuzzicare l’indole, perlopiù disincantata, dei suoi affezionati lettori. Inutile scomodare le redazioni dei quotidiani cantonali, indaffarati a fare muro contro la “no billag” e a togliere le castagne dal fuoco alla compagine ministeriale in nome della collegialità e del “siamo tutti nella stessa barca”! L’argomento è di quelli “alla Giovanni Verga” (roba mia vientene con me), di solito poco svizzero e molto latino.

Allora, ci sono cinque signori e il loro contabile che fanno finta di niente (da anni) su rimborsi spese versati senza base giuridica. In tempi dove chi arriva a prendere 4000 franchi netti al mese va considerato un “privilegiato”, questi fanno bonariamente finta di niente fino a quando un “rompiscatole” che solitamente in Gran Consiglio fa gruppo da solo, scoperchia la pentola con l’acqua bollente. Insomma un’altra frittatina (eufemismo) che va ad allungare la serie carnevalesca di una legislatura tutta da dimenticare. Il governicchio degli orfani di Giuliano Bignasca assume quasi il significato di un complimento.

Rino Formica, uno che la politica la masticava eccome, ex ministro delle finanze socialista in vari governi italiani negli anni 80, amava ripetere ai colleghi nel transatlantico di Montecitorio che “la politica è sangue e merda”. Ora, se diamo per scontato che gli attuali consiglieri di stato ticinesi (e non solo) sono storicamente restii a passare a vie di fatto, cosa resta a Bellinzona e dintorni ?

Se l’andazzo va avanti così arriveremo a considerare percentuali bulgare tornate elettorali con il 30% di votanti.

Cordialmente. Carlo Curti, Lugano