Non è finita la vicenda sui rimborsi e le indennità del Consiglio di Stato

“I partiti di governo hanno dato un pessimo spettacolo”

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo. L’ultima frase reboante, per la verità, fa un po’ sorridere: “la democrazia liberale, malata di un capitalismo sempre più distruttivo…”. Si sarebbe potuto scrivere: “Stiamo assomigliando un po’ troppo all’Italia”.

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Stando ad una notizia apparsa sull’edizione odierna de La Regione, il procuratore Generale John Noseda, avrebbe riaperto l’incarto sulla questione dei rimborsi e dell’indennità al Consiglio di Stato. Lo avrebbe fatto sulla base di “nuovo materiale” che, verosimilmente aggiungiamo noi, metterebbe in discussione la versione sempre fornita dai rappresentanti, attuali e passati del governo: e cioè che  si erano attribuiti  una serie di indennità e rimborsi (per i quali non esiste la base legale) senza saperlo, cioè firmando delle decisioni che non avrebbero letto né conosciuto.

Il Procuratore Generale, in mancanza di riscontri oggettivi, aveva dovuto credere a questa versione e aveva elaborato un decreto di abbandono che il Parlamento, mercoledì scorso, ha accolto senza valersi del diritto di interporre ricorso. Posizione invece sostenuta dall’MPS  (contrari tutti gli altri partiti) e che ha raccolto solo 7 voti.

Avevamo spiegato che era difficile credere alla versione del Consiglio di Stato; ed ecco che, puntualmente e sulla base di nuovo materiale, anche il Procuratore Generale sembrerebbe volerci vedere chiaro.

Ancora una volta i partiti di governo hanno dato un pessimo spettacolo, inchinandosi di fronte al governo, mostrando sudditanza e pusillanimità, venendo meno ai propri doveri di vigilanza.

Un segno evidente della crisi che vive, anche alle nostre latitudini, la democrazia liberale, malata di un capitalismo sempre più distruttivo.

Per il segretariato MPS Giuseppe Sergi