La Croce Rossa Internazionale pur vietando contrattualmente dal 2006 ai suoi dipendenti di tutto il mondo di pagare prestazioni sessuali, anche in quei paesi in cui la prostituzione è legale, ha dovuto affrontare ugualmente lo scalpore dello sfruttamento sessuale di persone considerate deboli nel corso di alcune missioni. Pur non trattandosi di reato, è un comportamento espressamente vietato dal codice di condotta.

Dopo lo scandalo sugli abusi sessuali che nelle scorse settimane ha colpito diverse organizzazioni umanitarie come Oxfam, Plan International e Save the Children, anche la Croce Rossa Internazionale si aggiunge alla lista.

Dal 2015 il CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa) ha allontanato tramite licenziamento 21 membri del personale dopo che questi sono stati accusati di aver fatto sesso a pagamento. Attività ritenuta immorale e incompatibile con i valori e la missione della Croce Rossa, in quanto considerata un tradimento delle persone e delle comunità alle quali la stessa Croce Rossa si rende utile.

Il direttore generale del CICR con base a Ginevra, Yves Daccord, aveva ordinato un’inchiesta interna dopo esser venuto a conoscenza del cattivo esempio che altre organizzazioni umanitarie avevano offerto. Soltanto oggi, spinto con grande dispiacere dalle notizie apprese dai giornali sulle altre ONG e dallo spirito di trasparenza, ha deciso di rendere pubblico il risultato delle indagini condotte internamente. Il suo tweet parla di giornata triste ma importante, dichiarando che si sarebbe dovuto vigilare maggiormente per prevenire.

Lo scandalo degli abusi sessuali nel mondo delle oraganizzazioni umanitarie si sta diffondendo rapidamente e in ogni direzione. Ben 22 di queste hanno pubblicato un mea culpa in lettere aperte per porgere le scuse e per promettere misure urgenti a tolleranza zero per il futuro.

Ultima in ordine di tempo la Plan International, organizzazione britannica impegnata nella tutela dei diritti dell’infanzia, che ha autodenunciato episodi di abusi su minorenni commessi da membri del suo staff.

Le misure promesse includono una revisione del sistema delle referenze, in modo che le persone scoperte ad aver abusato del loro potere o che si siano comportati in modo inappropriato non vengano più assunte nel settore umanitario.

È il caso del 68 enne belga Roland van Hauwermeiren, ex direttore di Oxfam, una confederazione internazionale di organizzazioni che si dedicano alla riduzione della povertà globale attraverso aiuti umanitari. Il paradosso è che dopo aver ammesso lui stesso di aver pagato delle prostitute, alcune delle quali minorenni, con i soldi dell’organizzazione, durante festini presso la sua casa di Haiti, van Hauwermeiren lavora tuttoggi alle dipendenze dell’organizzazione Action contre la faim, impegnata in Bangladesh. La ONG francese ha detto di non essere stata mai a conoscenza delle accuse formulate contro di lui.

Secondo il rapporto interno di Oxfam, reso noto con parziale censura, nel corso della missione ad Haiti dopo il devastante terremoto che ha colpito il paese nel 2010, alcuni dipendenti dell’organizzazione hanno avuto rapporti con prostitute nelle case pagate per dare assistenza agli sfollati con soldi attinti dai fondi destinati alla solidarietà.

Il governo haitiano ha temporaneamente ritirato l’autorizzazione a Oxfam ad operare nel paese dopo che quest’ultima aveva espresso la sua vergogna e le scuse ufficiali alle autorità per le irregolarità di cui si sono macchiati.

Il governo inglese ha ovviamente sospeso i finanziamenti pubblici. Il Segretario di Stato per lo sviluppo internazionale del Regno Unito, la conservatrice Penny Mordaunt, ha affermato che Oxfam non riceverà più ulteriori finanziamenti a carico dei contribuenti fino a quando non raggiungerà gli standard elevati richiesti dal governo. Molta strada da fare quindi per riconquistare la fiducia dei cittadini, ha aggiunto. Dovrà inoltre confrontarsi con gli investigatori della National Crime Agency e dal forum sulla prostituzione dell’infanzia di Stoccolma.

Ambasciatrice della Oxfam, l’attrice britannica Minnie Driver, ha annunciato in una conferenza di voler rinunciare al suo ruolo all’interno dell’organizzazione dicendosi devastata dallo scandalo sessuale.

Anche il numero due di Unicef, Justin Forsyth, si è dovuto dimettere dall’attuale incarico di vice direttore dopo le accuse contro di lui per aver mandato messaggi offensivi allo staff femminile quando era a capo di Save the Children tra il 2011 e il 2015. L’ex consigliere speciale del Partito laburista ha detto di aver rilasciato scuse senza riserve alle donne coinvolte a suo tempo con i suoi errori che sono stati trattati in un processo regolare tenuto anni fa.  Scusandosi nuovamente, ha tenuto a precisare che si è dimesso non per gli errori fatti ma per il pericolo di danneggiare l’immagine sia dell’Unicef e sia di Save the Children.

L’intero settore delle organizzazioni caritatevoli internazionale è in difficoltà, avendo tradito la propria missione di protezione e della difesa delle persone.

A detta di alcuni giornalisti critici vicino alle organizzazioni umanitarie, come Larry Elliot, Suzanne More e Deborah Doane, ciò che è successo dimostra che le ONG sono corrotte e incompetenti, che non hanno etica o valori morali non sapendo controllare e condividere le loro risorse. Hanno abbandonato la coscienza morale per praticare il colonialismo diventando un business internazionale.

È forse il momento di reinventare le ONG, stabilendo esattamente i principi di solidarietà a livello globale per coloro che sono poveri, per coloro che lottano per la giustizia e per coloro che necessitano di un bisogno umanitario.

Una volta si diceva di non sparare sulla gloriosa croce rossa, ma certamente non può esserci nessuna tolleranza per l’abuso di potere nello sfruttamento sessuale.