m.v. 2018. Questa la datazione che oggi useremmo se, a Venezia, vigesse ancora la Serenissima Repubblica di San Marco (il cui sacro sentore, tutt’ora permane, dopotutto).  Abbreviazione di More veneto, la sigla m.v. indica dunque il Capodanno Veneto, ovvero il principio dell’anno secondo l’antica popolazione dei Veneti, comune anche al calendario degli Antichi Romani.

Il ciclo dell’anno partente da marzo, ha lasciato dunque testimonianza nel nome dei mesi di settembre(settimo mese) ottobre (ottavo) e novembre (nono) e, infine, dicembre (decimo).

Gennaio e febbraio erano intesi come ii due mesi di rinnovamento, e morte, indi la rinascita, primaverile.

E oggi, nel suo dies natalis, la Serenissima si risveglia in un principio di primavera innevata: coperta dalle sue bianche coltri, Venezia, è ancora più magica!