Fra freddo, a Torino, di sera. E’ il 20 febbraio 2018 quando per le della città già immersa dal buio, si tiene una manifestazione contro il comizio di Simone Di Stefano, leader del partito di estrema destra Casapound. Gli “antifascisti” marciano, rumorosi, con autoparlanti e fumogeni. I poliziotti vigilano, con un cordone umano, affinché la violenza pulsante durante la manifestazione non straripi per le vie della capitale savoiarda.

Dal corteo si stacca una voce stridula, di donna. Non un canto soave di dama, né un angelico volto di donna: dal grigio cappuccio emerge un viso grigiastro, le fauci spalancate in un orrido grido di odio, gli occhi infervorati di brutale ardore represso “Vigliacchi!” urla contro i poliziotti “Bastardi! Mi fate schifo! Dovete morire!!!” Tra le mani, non una spada baluginante d’onore, ma una squallida bottiglia verdastra vuotata, di birra. E’ Lavinia Flavia Cassaro, classe 1980, maestra di ruolo nell’Istituto comprensivo Leonardo da Vinci. Maestra.

“una maestra non può comportarsi così”

Come può un’insegnante avere allo stesso tempo cura delle anime e dei corpi dei giovani di domani e comportarsi in tal disdicevole modo contro chi cerca di mantenere l’ordine pubblico? La domanda scatta quasi automaticamente, la rossocrinita Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli avvia il procedimento disciplinare affinché sia sospesa, il Miur (Ministero dell’Università e della Ricerca) è intervenuto attraverso l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte, e adesso la Cassaro sarà probabilmente licenziata. “E’ doppiamente inaccettabile ” ha detto la Ministra “che una maestra invesca contro le forze dell’ordine che sono una parte fondamentale delle nostre istituzioni democratiche.”

maestre antifasciste la difendono

Accade l’impossibile.  La prode sovversiva si difende, e invitata a Matrix grida il suo odio al mondo: “ho detto quelle parole” spiega, contestualizzandole “perché loro [i poliziotti] stanno proteggendo i fascisti, e perché un giorno potrei trovarmii con un fucile in mano  a combattere questi individui.” Speriamo che il fucile non lo tenga come tiene la birra.

Le altre maestre, eroiche eroine dell’antistatalismo, con in tasca lo stipendio statale, alzano il loro vociare gracchiante, in favore della loro dolce amica: nasce così il blog “Cattive maestre”  il cui encomiabile ed educativo titolo trae ispirazione dalla nomina data dal giornalista Gramellini sul Corriere della Sera alla Cassaro. Io sono una cattiva maestra perché sono antifascista. Così recita l’inserzione dell’acculturato blog: “Siamo tutte antifasciste, siamo tutte cattive maestre”  Meno male che no, viene da dire. Qual prodezza l’antifascismo in assenza di dittatura, l’augurare la morte di notte e l’educare alla vita di giorno!

le mamme: maltrattava gli alunni delle elementari

Ma qual prodezza anche l’esser forti, con i deboli: perché poi, siamo proprio sicuri dell’educazione che la signora Cassaro impartiva agli alunni? Facilità a perdere la pazienza, sfuriate frequenti contro i bambini delle elementari, dove essa insegna. Le testimonianze delle mamme dei bambini e ragazzi iscritti all’Istituto Leonardo da Vinci, nella Periferia di Torino, raccontano di come i loro figli avrebbero verificato l’instabilità emotiva dell’insegnante.

“Mio figlio è alle medie” racconta una di esse “sente spesso le urla arrivare dal piano delle elementari, di sotto, dove insegna lei. Grida sempre, i bambini ne sono terrorizzati.”

Una realtà sempre più tristemente nota, quella della politica che infesta le istituzioni, così come quella delle insegnati che maltrattano gli alunni. Questa volta le troviamo compendiate.