La richiesta del Ministero pubblico di Zurigo fatta al Tribunale delle misure coercitive di mettere in custodia cautelare l’ex capo di Raiffeisen è stata confermata dal portavoce della Procura, Corinne Bouvard.
Pierin Vincenz, 61 anni, ex CEO di Banca Raiffeisen ed ex presidente del Gruppo Aduno, dopo giorni di attesa è stato posto alla detenzione preventiva dalla giustizia zurighese.
Le misure clamorose mai viste prima d’ora nel settore bancario in Svizzera, sono state prese dagli investigatori con l’intento di evitare che il sospettato possa colludere o persino scappare. Perquisizioni sono state disposte in questi giorni nell’ambito dell’indagine presso l’abitazione del banchiere e presso gli uffici, sequestrando un quantitativo considerevole di documenti.
Il Gruppo Aduno, dove la banca Raiffeisen ha una quota di partecipazione di riferimento, è specializzato nel settore dei pagamenti senza contanti e finanziamenti privati, e proprio Aduno insieme a Raiffeisen hanno presentato lo scorso 21 dicembre una denuncia contro di lui e un altro dirigente.
In entrambi le aziende, durante il suo mandato Vincenz avrebbe avviato acquisizioni di società con le quali aveva personalmente legami agendo dunque in malafede ed arricchendosi.
Lo scorso mese di novembre, Aduno aveva dato mandato a uno studio legale di verificare alcune acquisizioni effettuate negli anni passati dal gruppo. Ed è proprio sulla base di quello che è emerso che è stato deciso di esporre la denuncia. Il procedimento interessa anche altre quattro persone professionalmente vicino a Vincenz.
L’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, FINMA, aveva aperto ad ottobre 2017 un procedimento di esecuzione nei confronti dell’ex CEO Raiffeisen.
La procedura riguardava la questione della garanzia di una sana gestione che deve sempre essere offerta da persone in posizioni dirigenziali determinanti. La FINMA chiuse a dicembre i suoi lavori perché Pierin Vincenz si era dimesso da tutte le sue funzioni di direzione presso le istituzioni controllate da FINMA stessa dall’apertura delle indagini regolamentari e aveva dichiarato che avrebbe continuato ad astenersi da tali funzioni di gestione nelle società del mercato finanziario anche in futuro. Dopo questa sua decisione, la procedura di garanzia della FINMA divenne obsoleta dal punto di vista normativo.
Il processo era stato avviato a seguito di un’indagine di un revisore della FINMA che ha esaminato la governance aziendale di Raiffeisen Svizzera dal 2010 in avanti e sulle partecipazioni di quest’ultima nella Investnet, società svizzera che investe in imprese in Germania, Austria e Svizzera. In particolare, l’attenzione si era concentrata sulla gestione dei conflitti di interesse in relazione alla partecipazione che Vincenz deteneva a titolo personale della società Investnet.
I risultati di questa indagine hanno sollevato dubbi sulla garanzia dell’allora CEO di Raiffeisen, facendo avviare la procedura di esecuzione.
Ora gli sviluppi in campo giudiziario dovranno provare la colpevolezza di Vincenz, ma nel frattempo la notizia dell’arresto suona come una forte scossa tellurica sulla piazza svizzera. Vincenz è stato nelle prime file del sistema bancario svizzero. In una presa di posizione scritta, respinge con forza ogni addebito e si dice scioccato e sconvolto dall’inchiesta penale.