Scrivono i capi della RSI, in attesa dei risultati:

“Se criticare, anche aspramente, il lavoro di un giornalista è legittimo, chiederne l’allontanamento è invece del tutto inaccettabile in una società liberale e democratica ed è un segnale molto preoccupante.”

“In gioco c’è la libertà di stampa, che è un valore essenziale della convivenza civile.”

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Noi tutti conosciamo le ragioni per cui è imperativo VOTARE NO domani. Le conosciamo bene ma le ricordo ugualmente:

  • i soldi, i ricchi stipendi, i posti di lavoro
  • la coesione nazionale

ma soprattutto

  • l’OGGETTIVITÀ, come benissimo ha detto la consigliera federale Simonetta Sommaruga la quale, avvertito il pericolo per le sorti della nazione, si è rivolta al popolo con una allocuzione radiodiffusa.

Ora, fermo restando che il corrispondente dagli USA Vosti è “faziosissimo” (non lo dice Ghiringhelli, sarebbe troppo poco; lo ha scritto pari pari un giornalista importante, non una delle solite scartine, e molti suoi colleghi lo hanno letto), perché dev’essergli concessa facoltà di predicare la sua personale avversione contro il presidente americano dai microfoni della radioTV di monopolio e di Stato?

La libertà di stampa – fondamentale, per l’amor di Dio – è questa? Canetta ti mette in mano il microfono e tu sfoghi le tue frustrazioni? A spese del contribuente?

Direttore Canetta, tu accetteresti un dipendente che parlasse benissimo di Blocher e malissimo di Sommaruga, Bertoli e Pronzini? La tua “troupe” di Comano l’accetterebbe?

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Molto opportunamente Fabio Pontiggia è intervenuto a precisare.

Dunque, riassumendo:

  • Pontiggia ha detto che Vosti è “faziosissimo”
  • Pontiggia ha detto che Ghiringhelli è un “tagliatore di teste”
  • Pontiggia ha detto che il Corriere “non si presta” (non è la fine del mondo perché per fortuna ci sono i social)

Io non avevo indicato Pontiggia per nome, ma sicuramente l’avevano capito tutti che era lui, perché è l’unico giornalista importante che io conosca (e da molti anni).

Fabio deve stare attento a come si esprime perché a Comano avranno preso buona nota delle sue “esternazioni”.