La politica protezionistica di Trump sta suscitando le prime reazioni dal partner commerciale più imponente, la Cina. Soltando pochi giorni fa il presidente americano ha minacciato un drammatico innalzamento dei dazi sulle importanzioni di acciaio di alluminio, che hanno raggiungerebbero la soglia di 25 e di 10% rispettivamente.

Il 27 febbraio il dipartimento del Commercio americano aveva dichiarato che le aziende cinesi stanno invadendo il mercato USA con laminati venduti a prezzi stracciati, anche grazie ai sussidi ricevuti dal Governo.

La reazione di Pechino non si è fatta attendere. Ieri, il portavoce del Congresso nazionale del popolo Zhang Yesui, ha dichiarato che “La Cina non vuole una guerra commerciale, ma se gli Stati Uniti varano azioni che ledono gli interessi cinesi, la Cina non starà a guardare e prendere le misure necessarie”.

Niente allarmismi però, il gigante asiatico vuole una soluzone che poggia su “apertura dei mercati, dialogo e consultazioni” ma senza perdere di vista gli interessi del proprio paese. Secondo Yesui, Cina e USA sono due paesi profondamenti diversi dal punto di cista culturale e organizzativo, ma “questo non vuol dire necessariamente che debba esserci un conflitto”.

L’innalzamento delle barriere tuttavia, rischia di colpire anche l’Europa. Per questo, l’Unione europea ha, a sua volta, minacciato di imporre ulteriori dazi sul whisky, moto e jeans americani. A questa minaccia, Donald Trump ha risposto nel suo solito modo, via Twitter: “Se l’Ue vuole aumentare le sue già massicce tariffe e barriere commerciali verso le imprese americane, noi applicheremo una tassa sulle automobili che continuano a riversare negli USA”.

Se le minacce sull’innalzamento dei dazi dovessero concretizzarsi, le contromisure dell’Ue saranno “rapide, ferme e proporzionate” e verranno discusse il prossimo mercoledì al Collegio dei commissari. “Quando misure colpiscono l’interesse europeo dobbiamo agire in modo rapido, fermo e pienamente compatibile con le regole del Wto” ha dichiarato il portavoce della Commisione Ue Margaritis Schinas.