2018

Tale è l’incipit del suo corposo editoriale odierno 

“Siamo oggettivi: quello sulla «No Billag» era un autentico referendum popolare pro o contro la SSR. E la SSR ha stravinto, in tutto il Paese. Sul banco degli imputati c’era la radiotelevisione pubblica, per i suoi costi molto elevati, per la collocazione politico-ideologica della maggioranza dei suoi giornalisti, per il suo grande, enorme potere sociale, economico, politico, per l’atteggiamento di superiorità spesso esibito e la scarsa umiltà (almeno fino all’arrivo di Gilles Marchand al vertice). Il popolo giudicante ha sentenziato che il fatto non sussiste e ha quindi emesso un decreto d’abbandono. A Comano i vertici dell’azienda hanno vietato ai dipendenti di esultare. Ma si potrebbe dire che con un risultato così, esultare è un diritto umano non calpestabile. Per i promotori della «No Billag» il voto del 4 marzo si è trasformato in un micidiale boomerang, in un clamoroso autogoal. Dopo un pronunciamento come questo da parte del cittadino chiamato a pagare il canone più caro d’Europa, l’auspicato bagno di umiltà della SSR rischia di essere fatto nello champagne.”

Fabio Pontiggia

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Un editoriale realistico e per molti versi condivisibile.

Pontiggia trova anche il tempo di spendere una parola per il caso Ghiringhelli-Vosti, e qui la logica – che è sempre stata il suo forte – sembra fargli momentaneamente difetto. Ma scusa Fabio, se Vosti è “faziosissimo” – l’hai detto tu; lo dico io; lo diciamo noi due – perché è “illiberale” affermare che nella oggettiva* radioTV di Stato e di monopolio egli non è al suo posto? Deve continuare in eterno? Affinché i nemici della oggettiva RSI possano dilettarsi a definirla faziosa?

Al di là di ciò bisogna ammettere che i negatori del canone hanno preso una batosta micidiale. Troppo facile adesso metterli in croce. Forse in partenza non era così semplice valutare correttamente le probabilità di successo (o di vantaggioso insuccesso).

* Simonetta Sommaruga dixit