Sarà visitabile da ieri, ovvero dal 9 marzo, al 31 maggio 2018, l’ “Atelier Blumer. Sette Architetture Automatiche e altri esercizi” presso il “Teatro dell’architettura” ovvero la nuova struttura dell’Università della Svizzera italiana che è stata progettata da Mario Botta (ideata al fine di favorire il dibattito culturale nell’ambito dell’architettura e delle arti visive.
Una sorta di metodo insomma in esercizi progettuali degli studenti e sette architetture automatiche, dove l’architettura ed i suoi segreti creano spazi e geometrie nuove, dove il corpo assume quasi un ruolo poetico nel produrre oggetti e nel tenerli insieme, anche grazie al sottofondo musicale scelto di motori, pulegge, compressori e sensori che evidenziano lo status di corpo collettivo di queste installazioni, “la sua potenzialità scenica (il corpo come dispositivo spaziale in movimento) e il suo essere unità di misura del mondo. A ciò si aggiunge il concetto di interferenza: giocando sul significato più popolare del termine – interferenza come fastidiosa interruzione di una trasmissione radio, ad esempio – Blumer cita in realtà il concetto scientifico offerto dalla fisica, secondo cui da una sovrapposizione di fenomeni nasce un rafforzamento reciproco di ognuno di essi”.
Con queste sette installazioni, tutte quante interattive, lo spettatore potra’ non solo interagire ma sviluppare dinamiche “architettoniche” mettendosi a confronto con le tecnologie piu’ sofisticate e dominanti. Movimento e pensiero, in una continua ricerca insomma, in una sorta di dialogo tra “automi” grazie alle piu’ sofisticate applicazioni della robotica passando per le macchine inutili di Munari alle walking cities degli Archigram ma avvicnandosi molto anche al teatro sperimentale ed i cortometraggi di Charles e Ray Eames… E molto altro. Basta cercarlo.