OFFICINE FFS: LUOGO DI DESTINAZIONE E POSTI DI LAVORO (titolo originale)

Dopo l’accelerazione del dicembre scorso con l’ormai famosa “lettera d’intenti” fra direzione FFS, Consiglio di Stato e il comune di Bellinzona, tutto sembra essersi fermato, ma il tempo passa e siamo ormai a marzo 2018.

Fermo restando che sono contrario al “contributo” di 100 milioni che il Cantone (i contribuenti) dovrebbe versare alle FFS per questo progetto (ma l’ex regia federale non ha più una responsabilità sociale?) sono anche dell’idea che i tempi si tanno allungando e questo non gioca certo a nostro favore. Mi pare anche che si stia “litigando” sul sito dove questa nuova struttura FFS dovrebbe sorgere, il che mi sembra un po’ tanto settario.

Oggi alle Officine FFS di Bellinzona trovano lavoro 360 persone e, con i prepensionamenti in vista nei prossimi anni, si arriverà sotto la soglia dei 300 e questo è un dato di fatto, piaccia o meno ma questa tendenza concretamente non l’ha mai interrotta nessuno. Sbaglio o mi sono perso qualche puntata?

Lavoro alle Officine da 27 anni e ho fatto parte del Comitato di sciopero del marzo 2008 – che s’imponeva e che è stata un’esperienza dura, arricchente e straordinaria – ma occorre prendere atto che un’esperienza simile è irripetibile per tutti i motivi che tutti noi dovremmo conoscere.

Qui non c’entra la politica (entrata già sin troppo), l’ideologia (per riprendere Branda) o quale altra alchimia. Qui si tratta di trovare un sito che dia prospettiva di lavoro e possibilmente sviluppo, e “litigare” sul dove (Castione o area ex Monteforno?) diventa secondario rispetto al punto centrale di tutta la questione e cioè i posti di lavoro. Guai se perdessimo di vista questo! E’ giusto cercare di salvare più posti di lavoro possibile, ci mancherebbe, ma pensare di mantenere le 400 unità di qualche anno fa è anche un tantino “illusorio” e da indirettamente ragione a chi parla di “ideologia”. C’è chi osannava la globalizzazione? Eccola! Poi la storia la sappiamo tutti e qualche errore è stato fatto anche da parte nostra subito dopo lo sciopero. Dove voglio arrivare? Beh, si dovrebbe capire … Sul ruolo del Consiglio di Stato non mi esprimo ma l’ho trovato davvero troppo arrendevole (eufemismo) nei confronti delle FFS.

Io mi sono permesso di interpellare il Municipio di Giornico su ciò che si stava muovendo, ma ho intuito che a certi miei colleghi la cosa non è andata particolarmente a genio. Questo non mi tocca poiché si parla comunque di un’area industriale che dovrebbe essere conosciuta a tutti, anche per il suo passato “storico”, e che comunque è tutt’oggi attiva e ben presente.

Certo che se ci perdiamo sul fatto che la nuova struttura FFS debba andare a Castione piuttosto che a Giornico area ex Monteforno, non facciamo altro che fare il gioco di Andreas Meyer, e chi ha orecchie per intendere intenda …
Che le OBe debbano lasciare Bellinzona è ormai assodato e spendere ulteriori energie sul volerle mantenere lì è semplicemente suicida e anche un po’ tanto naïf.

Sono e rimango orgogliosamente un artigiano FFS ma, da sempre e magari sbagliando, ho pensato con la mia di testa. Cerchiamo di essere concreti al massimo, di non perdere di vista la vera priorità e di non sprecare ulteriore tempo in “ripetitive riunioni” oltre Gottardo con un nulla di fatto.

Forse, dico forse, si è già parlato troppo di tutta questa storia e alla fine non so se sia stato un bene per noi. I “ricatti” delle FFS non piacciono a nessuno e men che meno a me, però: o li si smaschera subito o altrimenti se ne esce perdenti!

Poi ci dovrebbero essere anche i sindacati a dire la loro e farsi sentire come si deve, però personalmente non ho più alcuna fiducia perché alla fine sappiamo sempre da che parte stanno (infatti lo sciopero l’abbiamo “gestito” noi operai), con qualche rara eccezione …

Donatello Poggi, Giornico
artigiano Officine OBe

(pubblicato sul CdT e riproposto con  il consenso dell’Autore e della testata)