Maristella Polli, granconsigliera PLR, ci ha oggi gentilmente concesso un’intervista su un tema scottante, vale a dire quello della scuola e della sua imminente riforma.

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Ticinolive ha idee molto precise sulla questione scolastica, e in particolare, sulla “Scuola che verrà”, ma nel contempo intende mostrarsi molto aperto verso tutte le opinioni politiche. La linea del portale è di destra ma lo spazio del portale non sarà riservato alla destra.

A mio avviso una grande battaglia ci attende. Essa si intreccerà fatalmente con l’elezione 2019 e sarà dura e appassionante, soprattutto se verrà lanciato il Referendum. (prof. Francesco De Maria)

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Ticinolive  Il dibattito su «La scuola che verrà» è stato molto intenso negli ultimi mesi; qual è la posizione del PLR in proposito?

Maristella Polli  Il PLRT si è chinato sul progetto La scuola che verrà, come sempre in modo responsabile, coinvolgendo, con diverse riunioni, alcuni consulenti scolastici, dai Direttori di Istituto, ai docenti dell`intera scuola dell`obbligo, agli ispettori, a docenti rappresentanti del DFA, evidentemente appartenenti al nostro partito proprio per avere non solo una posizione politica ma anche una posizione professionale dei diretti interessati. Ci siamo attivati per redigere un documento approfondito che potesse rappresentare la posizione, per lo più molto critica, nel confronti del progetto. Nella commissione scolastica i membri PLR hanno da subito dichiarato l`opposizione ad accettare interamente la riforma presentata dal DECS e si sono però attivati affinché si potesse giungere a trovare un compromesso per almeno tentare una sperimentazione che permettesse di comunque intravedere un miglioramento in particolare nell`attuale Scuola Media. Critico, lo ribadisco ma non immobile, non disfattista! Il PLR non ha voluto bloccare questa fase sperimentale ma ha dettato alcune sue inderogabili e puntuali proposte. Anche se, a fronte degli avvenimenti e delle decisioni della DESTRA (UDC e Area liberale) il grande lavoro svolto con responsabilità dal mio partito, calibrando le modifiche, sembrerebbe non essere stato sufficiente. Il lancio di un referendum condiziona sicuramente l`eventuale inizio a settembre 2018 ma, spero, permetterà anche alla popolazione di esprimersi, sempre che lo stesso riesca!

Di cosa avrebbe davvero bisogno, a suo parere, il sistema scolastico ticinese, per poter funzionare al meglio?

Il sistema scolastico attuale, bisogna dirlo a chiare lettere, è un buon sistema con però alcune lacune che devono essere riviste e corrette. Lo si dice da tempo, lo dichiarano i genitori, lo sostengono diversi docenti, lo ammettono i funzionari del DECS, lo dice anche una maggioranza di politici. Esistono alcuni punti pedagogici-didattici, alcune decisioni scolastiche avallate da decenni ma soprattutto i cambiamenti di una società che si modifica, in particolare nel nucleo familiare, che influiscono sulla necessità di rinnovamento inevitabile nella scuola dell`obbligo. E`richiesto maggiore entusiasmo da parte del corpo insegnante che dovrebbe motivare, educare e insegnare ai nostri ragazzi, ma, ammettiamolo, sicuramente una professione difficile, in continua evoluzione e deve  poter avere anche il giusto riconoscimento da parte di tutti.

Cosa ne pensa dell’accordo ormai concluso sulla sperimentazione della riforma?

La sperimentazione presenta due modelli, quello proposto da DECS e quello messo in campo dal mio partito pur ridimensionato nelle sue aspettative, 2 modelli paragonati all`attuale insegnamento della SME. Diciamo subito che l`abolizione dei livelli così come proposti oggi sono i benvenuti ma l`offerta differenziata ai singoli alunni, a mio parere, deve essere confermata nel modo più assoluto. Le potenzialità di ogni ragazzo sono diverse fra loro e individuali. Sta proprio alla scuola media aiutare a far emergere queste caratteristiche: quindi è giustissimo offrire le stesse chances di partenza ma ricordare anche che non tutti arriveranno al termine con le stesse preparazioni. Per questo il PLR si è impegnato su questo fronte chiedendo un raffronto con il modello DECS: per la precisione, nel modello PLR si è inserito, nel secondo ciclo della Sme (3.a e 4.a media), nei laboratori previsti, una suddivisione degli allievi in base alla proprie potenzialità nelle materie di base (italiano, matematica, tedesco e scienze). Inoltre, importante ricordare che il PLR ha chiesto a chiare lettere di incaricare un Ente esterno per una verifica trasparente e equilibrata per un confronto fra i due modelli e l`attuale scuola media.

Qual è, a suo parere, la più grande pecca della proposta del DECS?

Inclusione a tutti i costi, atelier che potrebbero essere inutili, sperimentazione ferma a tre anni per motivi finanziari ma che non permette una visione globale sui 4 anni, preoccupazione per l`accesso al medio superiore e ulteriore preoccupazione per quegli allievi che usciranno dalle fasi sperimentali.

Ritiene plausibile che, dopo la fase di sperimentazione, la “scuola che verrà” sarà implementata in tempi brevi?

No, chiusa la fase sperimentale si dovranno conoscere i rapporti (Ente esterno, commissione di accompagnamento), valutare l`impatto, conoscere esattamente l`investimento finanziario, stilare un Messaggio del CDS, discutere in Commissione scolastica del GC e portare in Parlamento le decisioni. Sperimentare non vuole e non deve essere un`anticipazione della generalizzazione!

Esclusiva di Ticinolive