Sono più di 100 in totale i diplomatici russi espulsi da numerosi paesi dell’UE e USA a causa del sospetto che il Cremlino sia coinvolto nell’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia.

Ben 60 diplomatici sono stati espulsi dai soli Stati Uniti con tanto di chiusura del consolato di Seattle: la reazione di Donald Trump, che ha deciso di schierarsi con altri 14 paesi dell’UE, è più significativa del previsto e concede soltanto 7 giorni di tempo ai russi per prepararsi alla partenza.

“L’avvelenamento nel Regno Unito che ha portato all’annuncio di oggi è stato un’azione molto spudorata. È stata un’azione sconsiderata che ha messo in pericolo non solo due persone che sono state avvelenate, ma molti civili, molti civili innocenti e questo non è il tipo di condotta che gli Stati Uniti o gli alleati possono accettare” ha annunciato il portavoce della Casa Bianca Raj Shah.

2 sono le persone indesiderate in Italia, quattro in Francia e in Germania e molti altri per un totale di 30 funzionari coinvolti in tutta l’Europa. Oltre a questi, anche 13 diplomatici espulsi dalla vicina Ucraina, 4 dal Canada, 2 dall’Albania e altri 2 dall’Australia. Inoltre, secondo il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, “altre espulsioni non sono da escludere nei prossimi giorni o settimane”.

Un po’ diversa la posizione della Svizzera. Il Dipartimento federale degli affari esteri, come riferito dalla RSI, ha comunicato la condanna dell’utilizzo delle armi chimiche ma ha anche specificato: “Prima che la Svizzera possa trarre conclusioni in merito, occorre attendere il risultato dell’inchiesta. In particolare vanno sostenute le istituzioni che chiariscono i fatti in modo indipendente”. Oltre alla Svizzera, anche l’Austria, l’Olanda, il Portogallo e numerose altre nazioni si sono astenute da ogni espulsione.

Londra esulta per la solidarietà mostrata, Theresa May ringrazia per la decisione degli alleati che hanno lanciato un forte segnale a Mosca mentre il ministro degli esteri Boris Johnson ha twittato: “La straordinaria risposta internazionale dei nostri alleati rappresenta la più grande espulsione collettiva di agenti dell’intelligence russa nella storia e ci aiuterà a difendere la nostra sicurezza. La Russia non può violare impunemente le norme internazionali”.

Non tarda ad arrivare la reazione di Mosca che vede l’espulsione di massa come un mero atto di ostilità: “Si capisce che questo passo ostile di questo gruppo di Paesi non passerà senza conseguenze, reagiremo” ha dichiarato il ministero degli Esteri ribadendo come la Gran Bretagna non abbia condiviso con la Russia nessuna informazione e non ha permesso di seguire le indagini sull’avvelenamento di Skripal e Yulia. “L’espulsione di diplomatici russi da una maggioranza di Paesi Ue, dagli Usa e dal Canada è la continuazione sulla linea dello scontro e dell’escalation nei confronti della Russia e non aiuterà a trovare la verità nel caso dell’avvelenamento dell’ex spia russa Sergey Skripal in Gran Bretagna”.

Secondo il Cremlino la decisione presa dagli alleati del Regno Unito non è che il risultato di una posizione “ipocrita e colma di pregiudizi” che non si basa sui fatti bensì su informazioni incomplete che spinge i paesi a seguire a ruota libera la decisione della Gran Bretagna “a spese del buon senso, delle buone norme di dialogo interstatale e del diritto internazionale”.