Colme di fedeli, ripiene di giovani o deserte, oppure blindatissime, per l’allerta al terrorismo. Tristi, appassionate, contemporanee, sono le processioni specchio di una società fragile, e, forse, alla fine della propria era.  

Roma. La colossale croce all’Anfiteatro Flavio, per gli amici Colosseo, sfavilla di fiamme in un tripudio di fuoco e di dolore, anche se ad essere ricordata, oltre alla passione di Cristo, è soprattutto il futuro della gioventù: ed è proprio essa a ricolmare la processione dell’ultimo atto prima della Pasqua: sono 20mila i giovani convenuti e presieduti da Papa Francesco. Durante la rievocazione della Passione di Cristo vengono letti Testi scritti da giovani e volontari, dai barellieri alle suore, dai missionari agli assistenti.

Il Colosseo è super blindato, con cecchini scelti posizionati in luoghi nascosti e strategici. Nove i varchi di controllo per il percorso nel centro della Capitale, sette per San Pietro; telecamere nascoste e messe in collegamento tra loro alla centrale di polizia. La paura c’è, ma non ferma i fedeli. ma nemmeno le precauzioni, poiché c’è.

Pompei. La città brulica di turisti, convenuti perla Via Crucis svoltasi senza alcun intoppo, nonostante il malaugurante fatto di questa mattina: un algerino di 22 anni ha guidato contromano su un’auto rubata per poi schiantarsi contro le fioriere appositamente messe per proteggere la Basilica. Othman Jridi era stato espulso dalla Francia, poi dal questore di Cagliari, ma dall’Italia non se n’era mai andato. E oggi avrebbe potuto fare molto male.

Paura anche per un interprete del Cristo che durante la Sacra Rappresentazione ha accusato un malore per ipotermia. Ripresosi la processione ha potuto concludersi con tutti i suoi attori.

Via Crucis anche per i terremotati ad Accumoli, dove “tutto è finito, e tutto inizia” come ha detto il vescovo durante la processione su una terra ora desolata, tra macerie. Colpiti dal sisma nel 2016, i fedeli, ad oggi senza un’abitazione stabile, si sono raccolti per il Venerdì Santo nella concreta speranza di ricominciare tutto.

Norcia. sotto l’auspicio dell’hastag #RiparTiAmo, centinaia di figuranti e una grande mobilitazione di volontari ha attuato la processione sacra e suggestiva sulle macerie della basilica del Patrono d’Europa.

E di quest’Europa, così cristiana, così ormai atea, così irriverente nei confronti della tradizione, paurosa al cospetto del sacro, che ne sarà?

Forse varrebbe chiedersi sino a quando la ripetizione della fine evocata dal Venerdì santo si alternerà alle campane che suoneranno piene di salvifica speranza nella notte di domani. Sino a che la fine sarà controbilanciata dall’inizio, si potrà retoricamente parlare di perpetuarsi della nostra civiltà occidentale. Ma se è questa civiltà stessa, a chinarsi a chi la vuol distruggere, giungerà una fine senza un inizio?