Sant’Agostino scrisse le famose “Confessiones”… ma non c’è solo lui!

(da un documento del Gruppo genitori SCV, sostenitori)

1) Il sistema dei livelli e dei corsi dura da 30 anni: se prima funzionava perché era figlio di una scuola precedente con una netta separazione (Maggiori e Ginnasio) oggi appaiono sempre più i difetti. Poche famiglie accettano di buon grado l’iscrizione ai corsi B, lezioni private (per chi se le può permettere) tentano di supportare questa ambizione, i passaggi durante la terza e la quarta creano aspettative spesso disilluse, l’uscita dalla Sme crea parecchi problemi a chi possiede una licenza con i corsi B. Tutto questa genera tensioni nelle famiglie e nei ragazzi.

[…]

3) I corsi A in origine dovevano essere indicati al 30/40 % degli allievi, in quanto impegnativi e di qualità. Questo continuo incremento dei numeri ai corsi A (oggi percentuali attorno al 60-70% di iscritti) ha portato ad un parziale abbassamento della qualità del lavoro ai corsi A, sfavorendo così anche gli allievi più brillanti. Inoltre i corsi B sono diventati poco competitivi, in quanto costituiti da ragazzi molto fragili.

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È evidente che:

1) Le famiglie aborriscono i  livelli B come la peste

2) Il DECS (con i suoi direttori e i suoi docenti) accontenta e blandisce le famiglie, accettando però uno scadimento del livello nei corsi A

3) La “soluzione” del DECS : abolire i livelli

4) Perché non andare ancora un po’ più in là, abolendo le insufficienze? In effetti non siamo molto distanti da ciò, dal momento che si propone che – in determinati casi o, diciamo, in caso di necessità – il voto non corrisponda alla prestazione.

5) Il voto però, lo si ammetta, in queste circostanze diventa una finzione.

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Mi si permetta per concludere di introdurre un “siparietto” (autentico, assolutamente non inventato).

Avevo un collega d’istituto, un letterato presumibilmente importante, molto convinto della sua rilevanza e del suo fascino, con il quale talvolta mi intrattenevo. Lui buonista e politicamente corretto, io fatalista e “cinico”-sentimentale. 

Discutevamo per l’appunto di bocciature. 

Il professore a un certo punto mi fa: “Ti voglio raccontare un aneddoto”.

“Sarà un piacere ascoltarti”.

“Ricordo un docente di matematica, che aveva un alunno debolissimo nella materia, ma dotato per le discipline umanistiche.”

“Succede. È capitato anche a me”.

“Questo professore disse all’alunno: “In matematica sei negato, non ci puoi far niente. Il tuo livello è da 2. Ma io ti do 4 e te lo darò anche in futuro, affinché tu possa continuare a sviluppare le tue doti letterarie””.

Mentre mi raccontava queste cose il collega appariva visibilmente compiaciuto. Era un letterato importante. Aveva scritto poesie e non so che altro. Approvava e ammirava la decisione di quel professore di matematica. Ma io, ero forse indignato? No, per davvero, io sorridevo.

“Amico mio, mi stai parlando di una finzione?”

“Può darsi, ma una finzione a fin di bene“.