Totalny Diktant – Dettato Totale, l’iniziativa che, dal 2004 prevede una lettura in pubblico di un testo russo e la trascrizione, da parte del pubblico stesso, che la esegue ovviamente ambendo alla trascrizione perfetta, si è svolta anche quest’anno, dalle ore 13 del 14 aprile nell’aula magna della SUPSI di Trevano. L’evento, come sempre molto partecipato e quest’anno specialmente di successo, ha avuto come lettore il violoncellista di fama mondiale Nikolay Shugaev che Ticinolive ha l’onore di intervistare.

Anche quest’anno, con grande successo, si è svolto il “Dettato Totale” a Lugano. Lei ne è stato il lettore, come descriverebbe questa esperienza?
È stata davvero un’esperienza unica per me, sono abituato a suonare in concerto di fronte a un grande pubblico, ma non a tenere un discorso dal palco. È stata una sfida. Sono più a mio agio suonando note e che scandendo parole. Tuttavia è andato bene e spero di esser stato chiaro nella definizione [delle parole del dettato russo, n.d.r.]. il testo è stato apprezzato all’unanimità, nonostante fosse molto difficile per la punteggiatura, l’atmosfera era molto amichevole, alla fine non importava tanto il voto, quanto la partecipazione! Insomma, tutti i partecipanti hanno trascorso ore piacevolissime.

A seguire, a Varese, al teatro Santuccio, ha tenuto un concerto con altri Suoi due colleghi. Com’è stato passare dalla letteratura (anzi, dalla lettura) alla musica?
Esatto, ho dovuto correre immediatamente al concerto, dopo il Totalny Diktant. Ci siamo esibiti io e i miei colleghi Yuri Guccione (flauto) e Giuseppe Merli (piano) in un trio di Mendelssohn e Haydn! È stato come essere un pesce che torna nell’acqua. Ci siamo divertiti molto a Varese!

partecipanti al Dettato Totale

La musica permette di “viaggiare” tra le epoche. Qual è l’epoca musicale che preferisce?
È una domanda difficile. Ogni stile e ogni secolo musicale è dotato di una bellezza che lo rende unico. Talvolta mi sento conquistato dall’impressionismo musicale francese (Ravel, Debussy), talvolta da quello tedesco (Beethoven!) Altre volte, invece, mi appassiono a Shostakovich, come in un ritorno all’USSR. Credo dipenda molto dallo stato d’animo. È questo il fascino della musica: trovare un’illimitata ed estrema bellezza in ogni momento.
Lugano, con le sue giornate di sole, il suo lago azzurro ed il cielo terso… e soprattutto le sue tante iniziative culturali… le piace come città?
Certo! Lugano è una città molto dinamica. Cambia e cresce ogni anno. Per quanto riguarda la musica sono sempre il LAC, la RSI e il Conservatorio a dare continuamente alla città così tanta musica, arte e progettualità. A Lugano ognuno può davvero trovare qualsiasi cosa per i propri gusti estetici e artistici. Io stesso ho contribuito in prima persona alla crescita della città. Da due anni, infatti, io e i miei due colleghi eseguiamo La rassegna musicale PAMBIO in MUSICA 2018, che vuole offrire l’opportunità a giovani musicisti svizzeri di mettere in mostra il loro talento e di farsi conoscere. Si tratta di una manifestazione che si tiene ogni domenica – sino al 5 di maggio – e che si rivolge in particolare alle famiglie per coinvolgere anche i più piccoli nell’ascolto musicale. Le proposte spaziano dalla musica classica a quella barocca per giungere fino ai nostri tempi con il genere folk. E’ un approccio accattivante sia per ascoltatori già sperimentati, sia per chi volesse accostarsi ex-novo a questo tipo di musica, che prima di essere “classica” o “da camera” è e rimane soprattutto musica, musica da cui lasciarsi conquistare, come da una luce che permette – illuminandole – di scoprire emozioni, sensazioni, dimensioni nuove tra le note, ma anche e soprattutto dentro ciascuno di noi.

Intervista a cura di Chantal Fantuzzi