Perché Bergamo viene dominata la “Città dei Mille”? Perché D’Annunzio la declamò città “del vano sepolcro”? perché ogni sera 100 rintocchi risuonano dalla Torre Civica? Perché viene nomata “Città delle cento torri”? Lasciatevi intrigare dalla città lombarda più misteriosa e realista al contempo.

Bergamo, con le sue mura venete costruite dalla Repubblica Serenissima e oggi patrimonio dell’Unesco che ne circondano a imperitura protezione la “Città Alta”, Bergamo con i suoi 180 volontari che presero parte alla Spedizione di Mille di Garibaldi che le valse il nome di “Città dei Mille”; Bergamo, con la sua Piazza Vecchia e il suo medioevale Palazzo della Ragione, coi suoi 100 rintocchi della Torre civica che annunciano la chiusura notturna delle mura venete, affascina ed intriga con il suo realismo storico, e romanticismo patriottico ottocentesco, intriso d’un Medioevo che par non esser mai trascorso.
Il duomo di sant’Alessandro – neoclassico all’esterno, archi e colonne in uno slancio armonioso di purezza ottocentesca; barocco all’interno, in virtuosismi di splendore del secolo dei Gesuiti, il duomo dedicato al Patrono della città nasce su una preesistente basilica paleocristiana, dedicata a san Vincenzo, distrutta per la costruzione delle mura venete e riedificata successivamente al tramonto del XV secolo, su un disegno del celeberrimo architetto lombardo Filarete, indi, dopo la scomparsa di questi, su disegno dello Scamozzi, dopo un lasso di stasi di 30 anni, a causa anche di un incendio e dell’abbandono dei lavori. Tutto si risolse nei tempi più lunghi ma nel migliore dei modi, venendo ristrutturato nel 2004 e ri-inaugurato dal vescovo Amadei nel 2008.


Il mistero della Cappella Colleoni – la splendida chiesa, opera di Giovanni Antonio Amadeo, consacrata nel 1455, racchiude un mistero, relativo al Colleoni, condottiero di cui a Venezia sorge la statua equestre nel Campo Santi Giovanni e Paolo. Il capitano di ventura sarebbe dovuto esser sepolto nell’omonima cappella, ma ad ogni ispezione ogni sepolcro appariva vuoto, inducendo all’ipotesi che il feretro fosse stato fatto spostare da Carlo Borromeo sotto il pavimento dell’attigua Basilica di Santa Maria Maggiore. Solo nel 1651 sotto una lastra alto-medioevale, furono rinvenute “ossa di statura et misura lonhissima, quasi di gigante, et con l’ossa un bastone et una spada”, che per secoli furono attribuite al Colleoni (nonostante l’epoca differente sia della lastra alto medioevale che della spada, non fossero compatibili con l’epoca nel quale visse il cavaliere di ventura), ingannando anche Vittorio Emanuele III, che nel 1922 aveva visitato la chiesa.


D’Annunzio fu tra gli scettici, cantando, ne Le città del silenzio “E tu, Bergamo, il suo speolcro vano chiudi.”
Solo nel 1968, in fondo all’arca maggiore, dopo una saggiatura con un bastone, fu rinvenuta una cassa lunga e piatta, all’interno della quale, in buono stato di conservazione, giaceva un capitano armato, con le braccia incrociate al petto. La targa riportava: Bartolomeus Colionus Nobilis Bergo. Il Colleoni era stato ritrovato.
Sul soffitto della splendida Cappella, gli indimenticabili affreschi del Tiepolo, connubio celestiale settecentesco con l’oscurità del rinascimento velato di barocco.


Santa Maria Maggiore consacrata nel 1185, la bella chiesa romanica, reca al suo interno i resti della paleocristiana San Vincenzo, sovra detta. A mezza via tra il sacro e il profano, tra la sacralità della preghiera e il realismo bergamasco popolare, reca, nel transetto, ancora le misure utilizzate da tessitori e muratori, che i cittadini erano tenuti a rispettare.


Il Campanone, ovvero la Torre civica, collega il palazzo della Ragione al Palazzo del Podestà, costruita nel pieno del Medioevo, a cavalo tra XI e XII secolo dalla famiglia Stuardi, ghibellini, non fu esente da rivalità. Ogni famiglia nobile per non essere da meno, come in ogni città medioevale che si rispetti, costruì la propria torre, e fu per questo che Bergamo venne denominata la “città dalle cento torri.” Dalla campana della Torre Civica suonavano le campane ogni volta che ci fosse da richiamare a raccolta la popolazione, in caso di calamità, ma anche soltanto, alle dieci di sera, per ricordare agli abitanti la chiusura della cinta muraria.

Bergamo Serenissima veneta, Cisalpina napoleonica, restaurata austriaca, risorgimental garibaldina, italiana dal 1860, lombarda nel più profondo del suo cuore.