Non si può parlare del Fuorisalone milanese appena concluso senza parlare di Interni Magazine e del mondo che rappresenta. E questo merita una riflessione sia pur piccola, con la filosofia alla base di questa manifestazione.Molto più che una linea editoriale, già quando da quel lontano settembre il Salone del Mobile di Milano venne spostato ad aprile.
Interni, con tutta la sua forza di sperimentazione editoriale decise allora cosi di varcare i confini della mostra-mercato internazionale e donare alla vicina città italiana di Milano, un nuovo confine, tutto da sperimentare, un modo per vivere “da fuori”, quello che al Salone avveniva “da dentro”.

Nasce così il FuoriSalone e tutta una filosofia che da allora declina in una grande festa quella che, per chi scrive è in assoluto la più bella settimana per visitare e comprendere cos’è Milano. Non solo design in città dunque ma anche far emergere intere zone della città, ora chiamati “Municipi”, in modo del tutto inedito: la gente.

Ed è questo, se così lo si vuole descrivere, in vero ingrediente segreto di un successo così crescente: la fiumana di persone che affolla location e vetrine di design per cocktail, party o curiosi show cooking con mobili per la casa di ogni genere e forma .

E poi, da qualche anno, quasi come un modello trasversale tra arte e cultura, arriva la location della Statale di Milano. Una università prestigiosa, in pieno centro cittadino, famosa per quel modo accogliente di offrire in spazi inediti e ricchi di storia ed arte, non spazi tradizionali ma quasi “anticonformisti” grazie alla sua planimetria a chiostri ancora quasi del tutto integra e che per la sua bellezza e fama architettonica, ha fatto da modello anche per un noto palazzo governativo a Siviglia in Spagna.

Un connubio che negli anni ha così vestito “d’occasione” gli spazi rendendoli funzionali agli oggetti esposti ed è proprio questo che in questo articolo si vuole sottolineare: i bellissimi chiostri, gli atri imponenti, le porte e i loggiati, tutto pare descrivere in questa espressione sperimentale “d’ascolto” le installazioni, le performance e le dj set, tanto amate ed indubbiamente, frequentate nei giorni entropici della manifestazione.

Spazi che servono ad accompagnare studenti in aule per la didattica, che diventano durante il FuoriSalone in Italia, progettuali in modo spontaneo ed inedito.

Nessuna università, più dell’Università degli Studi di Milano di via Festa del Perdono e nessuna città italiana più di Milano, avrebbe mai potuto offrire meglio tutto questo ed inquadrare , in un’opera corale di gusto sopraffino, quello che INTERNI rappresenta molto bene come linea editoriale a livello mondiale: rendere il design edito ed inedito declinabile per un pubblico sempre più vasto: realizzando un FuoriSalone internazionale ma fortemente milanese e di sicuro, non complementare e non antagonista del Salone stesso, ma un luogo di diffusione di arte, cultura e saperi di design, esattamente come la Statale di Milano ha fatto, fa e sempre farà con i suoi studenti italiani e non.

Cristina T.Chiochia