Khamzat Azimov, 20 anni, ceceno, era già schedato dalle forze dell’ordine, per estremismo radicale islamico. Figurava nella lista delle 10mila persone sospettate di terrorismo e considerate pericolose per lo Stato.

Ogni volta che una di queste 10mila persone compie un attentato (è frequentissimo, come dimostrano i più o meno recenti attentati in Francia), si riaprono polemiche: perché non espellere e rimpatriare questi soggetti? E’ quello richiesto dal Front National e dalla destra dei Répubblicains; mentre l’altra parte dell’opinione politica chiede controlli più cospicui che  però sarebbero un enorme dispendio.

Barba lunga, incolta, capelli scuri, tuta da ginnastica, Khamzat si aggirava per il quartiere Opéra, quando alle h. 20.47 si è avventato contro un 29enne e lo ha sgozzato, gridando Allah Akhbar. Subitaneamente ha aggredito una donna, che ha tentato di entrare in un ristorante, ma è stata raggiunta dalle coltellate, invano difesa dal fidanzato, aggredito anch’egli.

Attimi di terrore, alle 20.52 sono giunti sul posto i poliziotti, che hanno cercato di neutralizzare il terrorista col taser, che tuttavia non ha funzionato. Khamzat si avvicinava sempre di più ai poliziotti, con il coltello sanguinante in mano. Un poliziotto ha fatto fuoco, freddandolo. I soccorritori lo hanno persino provato a soccorrere, ma era già morto.

Il presidente Macron ha espresso vicinanza ai parenti delle vittime e dei feriti e si è congratulato coi poliziotti. Ancora una volta il sangue dell’Occidente viene versato sull’altare del sacrificio.