Se pensiamo all’evoluzione umana nella storia, al progresso, al divenire di usi e costumi da quando è nato l’uomo, ci viene istintivo domandarci: “ma come vivevano nel passato? Quali vestiti e usanze avevano?“. Le stesse domande ce le poniamo quando pensiamo al futuro: “come sarà un luogo, una società, una popolazione tra 100 anni?”

La risposta generica a questi quesiti esistenziali è che tutto si è evoluto o si evolve in una certa direzione e anche la capacità di edificare, di dare un volto a una città si può definire un fatto culturale che va di pari passo coi fenomeni sociali e le esigenze demografiche economiche del momento.

Su questa scia l’architetto Ruffo Wolf ha presentato la sua visione di architettura al Fuorisalone 2018. L’allestimento di ArchiLettura, Patrocinata dal Comune di Milano, era situata nella Casa delle Associazioni e del Volontariato Zona 1 a Milano ed è stato il simbolo della sinergia di risorse progettuali, umane, creative e istituzionale coinvolgendo tre diverse forze principali: un architetto di fama internazionale, il Comune di Milano e tre giovani migranti dell’Associazione Verga pro migranti.

A sottolineare che l’architettura ha delle basi culturali e sociali imprescindibili è lo stesso architetto Wolf che ci racconta da dove è nata l’idea di ArchiLettura. ossia una libreria fatta di volumi di pregio a tema architettonico nella Casa del Volontariato e delle Associazioni Zona 1:

“Inizialmente ero titubante, ritenevo incoerente una installazione di questo tipo per il Fuorisalone, temevo critiche oppure credevo di sconfinare troppo nel campo del sociale. Tuttavia ho voluto rimanere aderente al mio intuito, alla mia idea originaria e così ho superato le mie perplessità e perseguito il mio progetto.
Volevo uno spazio in zona Brera, così ho bussato alla porta di questa “Casa” e ho incontrato due straordinarie funzionarie, Catia e Donatella, che senza pormi mille quesiti, hanno afferrato la mia proposta e si sono date da fare per affiancarmi e supportarmi nella realizzazione.
Mi servivano anche forze umane concrete per arrivare ad allestire, illuminare e impiantare la libreria vera e propria. Inoltre era necessaria la sorveglianza della biblioteca per custodirla al meglio. Fortunatamente sono riuscito a coinvolgere aziende per allestimenti e illuminazione, mentre per la sorveglianza mi sono rivolto alla Fondazione Franco Verga COI che mi ha segnalato la disponibilità di tre giovani migranti ad aderire al progetto di formazione, collaborazione e lavoro.
Mi stava a cuore far emergere il significato profondo di un’architettura capace di far nascere il dialogo, fonte di cultura e di confronto tra le persone, e sottolineare la figura dell’architetto del futuro come colui che è capace di avere occhi per osservare le dinamiche socioeconomiche nonché leggere operativamente ciò che succede intorno a noi, analizzare fenomeni sociali come quello dell’immigrazione con consapevolezza e professionalità, senza farsi influenzare da considerazioni personali.”

L’inaugurazione di giovedì 19 aprile. Da sinistra : Lino Duilio fondatore e presidente dell’ “Associazione Verga”, l’architetto Ruffo e i giovani migranti formati e preparati per tenere la libreria aperta ai visitatori.

A sinistra la dottoressa Catia Chiesa funzionario del Comune di Milano con l’architetto Ruffo Wolf

Al termine del Fuorisalone i tre giovani aiutanti, sono stati ricompensati della collaborazione prestata e sono stati salutati dall’architetto con un messaggio da estendersi a tutti i giovani che si affacciano al mondo del lavoro: “Non pensiate di essere in inferiorità, la vostra situazione è difficile come quella di tutti, fatevi vedere partecipativamente attivi, disponibili con puntualità; cercate di vedere le cose prima che vi vengano richieste e mostratevi collaborativi. Questo è ciò che interessa a un datore di lavoro e ciò che vi potrà premiare. Mantenete alta la vostra autostima e guardate sempre avanti”.






Lucia Gianna Patrini