Speriamo che un imprevisto lo salvi! Emotivamente il giornale vuoto al primo colpo d’occhio fa boom! Poi però capisci che è una cosa sbagliata. Perché gli abbonati e i lettori fedeli, specie anziani e di periferia, devono beccarsi 20 pagine vuote in faccia? La mossa da Day after, ci dispiace doverlo dire, è brutta e un’occasione sprecata. Specie se davvero è l’ultimo numero. Ci viene da dire ai giornalisti e agli editori: avete fatto 92 anni di storia, avete lottato per una voce cattolica in Ticino, avete delle idee e visioni e 30 famiglie da difendere, perché ritirarsi con 20 pagine bianche? Se non c’era il tempo e la giusta motivazione (comprensibile) per gli articoli tradizionali, i lettori meritavano almeno di sapere come sono andate e come stanno le cose da chi direttamente fa il giornale e non dagli altri commentatori esterni che da ieri ci raccontano la loro versione. C’erano oggi 20 pagine eccezionali e provvidenziali a disposizione per farci conoscere la vita, il dolore, la sorpresa, la rabbia, le speranze, i piani, i se e i ma delle 30 persone che ci lavorano dentro; ognuno a modo suo avrebbe potuto lanciare con poche righe spontanee appelli di solidarietà umana; 20 pagine per pubblicare storie di vita e caso mai pubblicare icurriculum vitae di chi cerca un nuovo posto. Si poteva fare di tutto, le foto dello sgomento o delle feste, le interviste spontanee o storiche, ma lo spreco di 20 pagine bianche no. Il mercato sarà il mercato, ma nessun imprenditore produttore di yogurt si permetterebbe di mettere in commercio solo i barattoli di carta vuoti per dimostrare ai suoi clienti che è finita. La vita economica, a volte e miracolosamente, riparte anche dagli ultimi segnali dati da chi sta chiudendo, e qui i segnali non sono buoni. Dispiace moltissimo che il giornale non ci sarà più. La cosa, adesso, più importante è che le collaboratrici e i collaboratori, ai quali vanno tutti gli auguri e la solidarietà possibili, possano trovare al più presto un nuovo lavoro. Poi che la comunità cattolica trovi altri modi per far sentire la sua voce. Grazie GdP per quanto ci avete dato per generazioni!

Sergio Morisoli