Centro rifugiati alla caserma di Losone: giusto far decidere la popolazione (titolo originale)

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Che cosa sia successo a Losone non sappiamo (ma lo scopriremo). Ne siamo stupiti mentre non siamo minimamente stupiti dell’intervento del presidente cantonale.

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La Direttiva di UDC Ticino prende atto del malcontento suscitato fra non pochi membri del partito, dalla decisione di due Municipali e di sei degli otto Consiglieri comunali UDC di Losone, di schierarsi a favore di una riapertura della caserma quale centro d’accoglienza provvisorio per un triennio, in attesa dell’apertura del nuovo centro per rifugiati di Balerna/Novazzano. L’UDC cantonale non è usa, generalmente, intromettersi negli affari di competenza prettamente comunale nei quali le sue sezioni godono della massima autonomia. In questo caso, tuttavia, questa autonomia fa sì che la “Real Politik” adottata dalla maggioranza dei deputati UDC nei gremi del Comune sia nettamente in contrasto con la linea in materia d’asilo del partito nazionale e cantonale. Questi contestano infatti regolarmente le scelte assurde che il Dipartimento di Simonetta Sommaruga propone e che la maggioranza del Parlamento sostiene (accoglienza a oltranza di migranti economici, assistenzialismo esagerato nei confronti degli stessi, recentemente la proposta di togliere il divieto loro fatto di viaggiare nel paese d’origine nel quale peraltro pretendono di essere perseguitati, eccetera).

Da rilevare poi che, nel 2012, la petizione contro l’insediamento dei rifugiati a Losone – sostenuta dall’UDC, ma anche dallo stesso Municipio di Losone – aveva raccolto ben oltre 6’000 firme, alla consegna delle quali alla Cancelleria federale avevano partecipato anche i due Municipali di Losone. Adesso, costoro adducono ragioni anche non del tutto ingiustificate (i tempi e le circostanze sono cambiati, non si tratta più, come allora, di rifugiati “recalcitranti”, la caserma è del Comune che però non ha ancora deciso cosa farsene, l’introito economico per le case comunali, eccetera), ma da lì a passare da una posizione totalmente contraria a un’entusiasta adesione al progetto, ce ne passa.

La Direttiva di UDC Ticino non può quindi far altro che distanziarsi dalla posizione assunta dalla maggioranza dei suoi deputati istituzionali in quel di Losone – salvo approvarne la decisione di sottoporre la questione democraticamente alla popolazione – stigmatizzandone l’attivo schieramento a favore del SÌ.

Ritiene inoltre che un verdetto negativo uscito dalle urne costituirebbe un chiaro segnale di critica alla politica del Consiglio federale, in particolare della Consigliera federale Simonetta Sommaruga, che pone sullo stesso piano i veri rifugiati (pochi) e i migranti economici (moltissimi).

UDC Ticino